PREMESSA: dodici anni dopo ... Mettere in cantiere un
racconto di questo tipo a distanza di piu'
di dieci anni non e' un' impresa facile: infatti, per quanto un bel
viaggio sia un' esperienza che rimane, i ricordi tendono inesorabilmente ad essere meno precisi, e le cose che
tornano alla mente non e' detto che siano rimaste identiche. Per cui
prendete questo resoconto anche con uno spirito "storico", e se avete
intenzione di intraprendere un viaggio negli stessi posti, verificate le
informazioni contenute in questa relazione, soprattutto quelle, per cosi' dire,
"logistiche", come le considerazioni su alberghi, campeggi,
costi, eccetera. |
L' arrivo a NewYork: Viaggiamo con la olandese KLM,
facciamo quindi scalo per qualche ora ad Amsterdam e
dopo un tranquillo volo transoceanico arriviamo all' aereoporto Kennedy;
completate le trafile burocratiche di
ingresso ci poniamo il problema di raggiungere l' albergo, che almeno per
la
permanenza a New York, abbiamo prenotato gia' dall' Italia. Tanto per fare
gli americani, e visto che il costo, diviso fra noi cinque, non risulta
eccessivo prendiamo una Limousine di quelle vere, con tanto di salottino e
vetri oscurati tipo Al Capone, al posto del Taxi classico. |
La statua della liberta', celebratissima porta d' ingresso per New York e per tutti gli Stati Uniti |
Scorcio di Manatthan sud, con il naso verso l' alto a guardare le Torri Gemelle, che allora erano ancora in piedi |
La vista dalla cima delle Torri Gemelle verso l' East River, con il ponte di Brooklyn e il Manhattan Bridge. |
Non la si puo' certo definire una citta' "bella", ma ha sicuramente un fascino particolare, del tutto "americano", che la rende unica e da vedere. Nei tre giorni successivi la giriamo un po' con l' onnipresente metro' (che collega davvero tutte le cose che ci sono da vedere) e in larga parte a piedi; camminare e' infatti il modo migliore per scoprire la citta', anche se alla sera siamo davvero cotti; saliamo sulle torri gemelle, godendoci l'incredibile panorama di Manatthan vista dall' alto (fa davvero impressione pensare che questi immensi grattacieli adesso non ci sono piu' ) e sull' immancabile Statua della Liberta'. Gironzoliamo per Brodway, facendo una puntata ad Harlem e su fino a "Washington Heigths", all' estremo nord dell' isola di Manhattan; la sera ceniamo nei ristoranti messicani del Greenwich village o in quelli di Brooklyn, che raggiungiamo attraversando il ponte a piedi, un' impresa da veri maratoneti dopo le scarpinate che ci facciamo quotidianamente. Di giorno invece ci saziamo con i classici "hot dog" che si comprano negli innumerevoli baracchini ambulanti all' angolo delle strade, prezzo standard 1,50 $ (di allora) comprese le farciture piu' improbabili. |
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