Compagnie Amatoriali

Nel campo del teatro dialettale, una parola di elogio a tutto tondo va, senza dubbio, alle Compagnie Amatoriali, che con un impegno davvero solerte, si impegnano al di là di ogni umana comprensione, per realizzare questo loro “sogno” e  per far si che non sconfini in “chimera”. Uomini, donne, giovani (pochi, ma ci sono anche loro) che si sottopongono a veri “tour de force” sottraendo tempo, alla famiglia, al lavoro, al tempo  libero ed impegnandosi anche economicamente per portare avanti l’idea nella mente della Gente che : il dialetto non è morto, e non deve morire. Così, sorretti da questo amore smisurato,  da una passione incrollabile, da una ferrea volontà, allestiscono spettacoli dove lo spettatore che ha la fortuna di assistervi, non può fare altro che rimanere incantato da quello che vede, sia per l’allestimento stesso del lavoro teatrale presentato, sia per la bravura interpretativa e di messa in scena di cui questi “guitti” (nel senso più nobile del termine) sono capaci.

Bollare le Compagnie Amatoriali con frasi fatte come “l’è el teater de l’Oratori” – “l’è domà una cialada” è un ferire scientemente compagini che di amatoriale, il più delle volte, hanno solo il nome, ma che nella generalità sono veramente e completamente “professionali” ( non professionistiche) e che nonostante tutto ci permettono, ancor oggi, di poter ascoltare ed assaporare questa nostra meravigliosa, musicale, vera lingua. (Il riferimento all’uso del temine “lingua” mi viene dalla citazione di Roberto Marelli, - noto attore e commediografo milanese, insignito della Civica Cittadinanza e  dell’Ambrogino d’Oro – il quale sostiene a buon diritto che in tutto il nord-ovest della Lombardia si parli il “lombardese” in un’area che va dal Ticino al Lario, da Milano alla Val di Blenio (Svizzera) con esclusione dell’enclave ligure-celtica di Busto Arsizio,  lingua che ha come base il meneghino, pur con varianti fonetiche che variano da luogo a luogo, ma che la rendono comprensibile in tutto il territorio) Citare alcune Compagnie, vorrebbe dire fare torto a tutte le altre che, con eguale impegno, si prodigano,  e attraverso alcune fotografie di scena di lavori che, nel corso di dodici anni, nel mio circuito “Dialetto in Palcoscenico”, hanno allietato i palcoscenici del nord-ovest Lombardia, voglio dire loro, a tutte indistintamente, GRAZIE.

 

"articolo V°"

"La par ona storia"

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