GRECIA 1988

 

PREMESSA

Il racconto che segue e' opera autografa del mitico Barlaam, gia' celebrato personaggio niguardese, il cui "ritratto" campeggia nell' apposita sezione. Il racconto, a parte qualche sistemazione di "leiaut" per meglio adattarlo al "lukk" del Sit de Niguarda, non ha subito alcuna modifica da parte della  redasiun, ed e' pertanto integro e integrale. Di conseguenza la storia riflette l' impostazione e la filosofia barlamica, che descrive la vicenda con abbondanza di dettagli e di particolari, dilungandosi spesso su questioni che ai piu' possono sembrare irrilevanti, ma che nella prosa barlamesca  risultano essenziali. Questo spiega anche perche' il racconto e' di dimensioni titaniche e richiede un impegno e una concentrazione che solo i veri estimatori  del Mitico possono avere ... buona lettura !!!

 

PROLOGO

Dopo diciannove anni dalle ormai leggendarie vacanze in Grecia del 1988, è giunto finalmente il momento di fare piena luce su alcune delle domande più angoscianti che si stanno ponendo gli uomini (e soprattutto le donne) del ventunesimo secolo. 

1) Per quale motivo i vitelloni niguardesi decisero di passare il mese di agosto 1988 sulle isole greche di Naxos e Ios ?

2) Quante donne desiderarono conoscere i ragazzi (nel senso biblico del termine) e quante riuscirono veramente ad accoppiarsi con loro ?

3) Corrisponde al vero la notizia che molte ragazze che passarono le loro vacanze dell’agosto 1988 sull’isola di Ios, partorirono nel mese di giugno del 1989 e chiamarono i figli maschi Paolo, Walter, Roberto, Mauro e Marzio e le figlie femmine Paola, Waltera, Roberta, Maura e   Marzia ?

4) Quante volte svenne Paolo durante queste vacanze ?

5) Quante volte vomitò Roberto di fronte al Red Lion Pub ?

6) Quante volte vomitò Walter di fronte alla tenda ?

7) Quante tonnellate di pesce pescò Mauro durante le sue interminabili battute di pesca ?

8) Quanto erano capienti le mutande di Walter per contenere tutta l’attrezzatura da spiaggia ?

A queste e a molte altre domande troverete finalmente una risposta proseguendo la lettura della ormai introvabile versione integrale delle

 

“Vacanze in Grecia 1988”

 

Una delle estati più spettacolari per i “Vitelloni Niguardesi” in vacanza, è stata quella del 1988, tre settimane in Grecia che meriterebbero un libro intero per essere raccontate.

Il gruppo di “arditi” in partenza per la Grecia era composto da Roberto (su Cagiva Ala Azzurra 650), Walter (su Suzuki GSX 550) e da me (Paolo) (passeggero di Roberto). Nel 1988 non mi ero ancora completamente “convertito” alle moto stradali e quindi mi adattai a fare il passeggero sulla moto di Roberto. In Grecia avremmo dovuto trovarci con Mauro (su Moto Guzzi Le Mans III) e Marzio (fratello e passeggero di Mauro) già partiti qualche giorno prima di noi e intenzionati a raggiungere la Grecia via terra attraversando la Jugoslavia.

Del giorno della partenza, ricordo ancora il gran caldo e il gran traffico che trovammo in autostrada. Il nostro avvicinamento a Brindisi, dove ci aspettava uno dei traghetti più scassati di tutto il mediterraneo, si rivelò più lungo del previsto, fortunatamente avevamo un giorno di anticipo sulla partenza della “barca”, e quindi decidemmo di fermarci a dormire in Abruzzo. Casualmente ci fermammo a San Salvo Marina, sufficientemente stanchi da desiderare una doccia fresca e un letto:

Walter

 

 

Paolo

 

“ Ragazzi ! Avete visto il nome di quell’albergo ? Si chiama Hotel Milano. Io propongo di fermarci qui in segno di devozione e rispetto per la nostra città. ”

Mi risponde Walter:

“ E se costa troppo ? “

A questo punto interviene Roberto:

“ Walter, non rompere le palle ! Se prendiamo una stanza sola, dovremmo cavarcela con una cifra accettabile. “

Dopo un ulteriore consulto (con insulti vari tra di noi) decidiamo di entrare e di chiedere il costo di una stanza per tre persone.

Ho appena il tempo di entrare e mi trovo davanti un viso familiare:

 

E’ il giornalaio di Viale Suzzani, in vacanza con la moglie e il figlio. Nel frattempo rimaniamo sorpresi di scoprire che il proprietario dell’albergo è un ex compagno di scuola di Roberto. Comincio a capire perché l’hotel si chiama “Milano”:

Il proprietario è milanese e i clienti … pure e in più li conosciamo !

 

 

Dopo avere sistemato i bagagli, usciamo per cenare in una pizzeria poco distante dall’albergo. Torniamo in camera molto presto per riposare almeno qualche ora. Prima di addormentarmi, mi sento in dovere di esprimere un pensiero filosofico ad alta voce:

“ Ma con tutte le donne che conosciamo, dovevamo incontrare proprio il giornalaio di Viale Suzzani ? ”

La notte passa tranquillamente per me e Walter (che russiamo come due camalli del porto di Genova) un po’ meno per Roberto, che ha il sonno leggero. Comunque la mattina successiva ripartiamo determinati a raggiungere Brindisi al più presto.

Fortunatamente il traffico è decisamente calato, ma siamo comunque costretti a viaggiare a 110 Km /h perché, con un recente decreto legge, il ministro dei trasporti ha ridotto i limiti di velocità per tutto il periodo estivo.

 

 

Roberto e Walter

 

Roberto e Walter in campeggio

Raggiungiamo Brindisi nella tarda mattinata, mangiamo panini di plastica in un bar di plastica e sbrighiamo le formalità doganali con una buona agilità. L’attesa dell’imbarco (previsto verso sera) la passiamo scambiando qualche parola con gli altri motociclisti fermi al porto e alla ricerca di ragazze fortemente influenzate (nel senso di sindrome influenzale) dal nostro fascino tipico del maschio selvatico (dopo due giorni di vacanza siamo già sufficientemente sporchi, sudati e con la barba lunga).

Finalmente intorno alle otto di sera riusciamo a salire sul traghetto (che ha un aspetto orribile), abbiamo appena il tempo di parcheggiare le moto, fissarle con le corde di sicurezza, recuperare sacchi a pelo, stuoie, e accessori vari e ci lanciamo sul ponte a caccia di un posto decente dove passare la notte.

 

Ovviamente i fortunati possessori di biglietti “posto ponte” hanno già occupato quasi tutti i posti disponibili, la nave sembra un campo profughi con turisti più o meno giovani sdraiati ovunque. Troviamo posto nel ponte più alto, sotto alle ciminiere che hanno già iniziato a inondare di fuliggine la nostra camera da letto all’aperto. Fortunatamente la fauna femminile che ci circonda sembra piuttosto interessante, ci prepariamo quindi a passare la seconda notte di vacanza con intenzioni bellicose.

Nel giro di pochi minuti iniziamo a socializzare con i nostri vicini di casa, una bionda ragazza tedesca, due ragazze portoghesi, un ragazzo francese, ecc. L’atmosfera è frizzante, nessuno ha voglia di dormire e buona parte della notte la passiamo chiacchierando. All’arrivo dell’alba ci rendiamo conto che la nostra posizione privilegiata ci garantirà la luce del sole per tutto il giorno. Purtroppo il ponte non ha nessuna protezione che ci garantisca un po’ di ombra.

 

Il tentativo di ripararci al bar del traghetto fallisce quasi subito, le sedie del bar sono già occupate e l’aria è piuttosto pesante, mi sembra di respirare l’aria di Piazzale Loreto alle sei di sera durante una giornata di sciopero dei mezzi pubblici. Decidiamo stoicamente di tornare sul ponte e dedicarci all’abbronzatura. Nel frattempo l’umidità notturna che si è formata sul pavimento ha inglobato la fuliggine che esce dalle ciminiere formando una poltiglia nerastra piuttosto densa e io ho proprio la sensazione di camminare nella stiva di una petroliera.

Ad un certo punto la ragazza tedesca mi dice che vorrebbe fare una doccia (anche io vorrei fare una doccia con lei) e mi chiede se posso dare un’ occhiata ai suoi bagagli per qualche minuto. Le dico di non preoccuparsi, rimarrò io sul ponte a fare il cane da guardia.

La ragazza scompare per qualche minuto e durante la sua assenza mi faccio alcune domande di filosofia estrema:

1. Perché le ragazze tedesche camminano sempre a piedi nudi ?

2. Perché quando io sono andato nei bagni del traghetto ho avuto paura di contaminare le mie scarpe, mentre questa ragazza tedesca ha invece deciso di mettere a repentaglio la sua salute facendo addirittura una doccia ?

3. Quante malattie veneree avrà preso la ragazza tedesca durante la doccia ?

 

Paolo in campeggio

 

Dopo diciannove anni queste domande sono ancora senza una risposta (in particolare la terza). Comunque la bionda è tornata dalla sua doccia con i piedi ancora più neri di quando era partita per questa azione eroica.

 

prosegue con la Seconda Parte ovvero ...

LE RAGAZZE CHE SI SONO INNAMORATE DEI VITELLONI NIGUARDESI DURANTE QUESTA VACANZA:

 

Turna Indree

Turna al' ompeig