IL GRIGNONE D' INVERNO 

 

Il Grignone e' una delle mete piu' classiche delle prealpi lecchesi, e dopo averlo visitato in estate vogliamo provare anche la salita invernale, che si svolge su un altro versante rispetto alla via estiva che abbiamo seguito, e che parte dall' alpe Cainallo. La via invernale  infatti prende le mosse da appena prima del Colle di Balisio, che si raggiunge in auto in poco meno di un' ora da Niguarda, seguendo la SS36 fino a Lecco e poi le indicazioni per la Valsassina. Un paio di km dopo Ballabio, appena prima dello scollinamento di Balisio, parte una stradina sulla sinistra (indicazioni rif. Pialeral), che si puo' percorrere in auto per un breve tratto (in dipendenza delle condizioni di innevamento, con poca neve si puo' raggiungere una chiesetta)/

La chiesetta alla base della camminata

 

Una cascina emerge tra le nebbie

Lasciata l' auto si prosegue su una comoda mulattiera seguendo le indicazioni per il rifugio Pialeral, che si raggiunge in circa un' ora e mezza di cammino abbastanza agevole, seguendo un sentiero che attraversa il bosco. La salita fino alla cima del Grignone e' parecchio lunga, sono 1600-1700 metri di dislivello, e quindi se (come nel nostro caso) non si e'  ben allenati e' consigliabile spezzarla in due giorni, pernottando al confortevole rifugio Pialeral, a 1400 metri .... Prima di partire e' sempre consigliabile tenere d' occhio le previsioni del tempo e soprattutto il bollettino valanghe, anche se la via di salita invernale e' stata prudentemente tracciata su un percorso molto meno esposto alle valanghe rispetto a quella che si segue d' estate su questo stesso versante

 

Anche se il rischio valanghe quando partiamo e' relativo, noi siamo fortunati, e.... troviamo un tempo abbastanza infame; quando arriviamo al Pialeral il rifugio e' immerso nella nebbia e alla sera una leggera nevicata ci fa essere contenti di avere un tetto sopra la testa. Il giorno dopo partiamo verso le 8:30; sebbene le previsioni lascino qualche tenue speranza la nebbia ci tiene compagnia fin da subito; lasciato il rifugio seguiamo l' evidente traccia e le chiare indicazioni per la vetta-rif. Brioschi; si sale abbastanza agevolmente per circa 400 metri, fino a raggiungere le baite dei Comolli. Qui una leggera schiarita ci fa sperare, ma purtroppo si rivelera' un fuoco di paglia.

La baite del Pialeral, in prossimita' del rifugio

 

Malgrado il tempo infame e la nebbia la natura 
offre sempre uno spettacolo magico

Alle baite dei Comolli, si calzano i ramponi prima 
della rampa che porta alla cresta del Grignone

 

Giunti ai Comolli (1850-1900 mt) la musica cambia, e ci si trova di fronte ad un netto cambio di pendenza; si calzano i ramponi, quantomeno consigliabili per evitare scivolate, e ci si inerpica in direzione della cresta; il pendio e' davvero ripido (la pendenza media e' di 35 gradi) ed e' di quelli che tagliano le gambe; dopo un breve tratto perdiamo il prode Filippo, costretto a rientrare a causa di una caviglia dolorante; rimaniamo in 3, ma a tre quarti del pendio faccio segno a Davide e Antonella di proseguire, io mi fermo e cerco di riprendere fiato; faccio una breve sosta, mangio qualcosa e riesco a raggiungere la cresta, ma ormai sono cotto. 

 

La vetta del Grignone si affaccia per un attimo 
dal mare della nebbia che avvolge la montagna

Si sala faticosamente sulla rampa che 
dai Comolli conduce in cresta

 

La fune che si trova a meta' della cresta, 
utile in caso di maltempo

La croce di vetta emerge come 
un fantasma dalla nebbia

 

Per di piu' sale un vento freddo che mi costringe a mettermi addosso tutto quello ho. Qui pero' il sentiero spiana verso sinistra, seguendo la cresta, e provo ad andare avanti; a un certo punto si incontra una fune legata ai pali che segue la cresta, molto utile per segnare la via in caso di maltempo (come quello che troviamo noi); avanzo ancora un po', ma ormai sono alla frutta, fa un freddo boia, sono immerso nelle nuvole e non si vede un fico secco; so che il rifugio non e' lontano, ma sono stremato, giro i tacchi e mi metto in marcia per tornare indietro. Sapro' dopo da Davide e Antonella, che al Brioschi ci sono arrivati, che ero a pochi minuti dalla vetta, ma sara' per un' altra volta. La discesa si svolge sulla stessa via di salita, ed e' impressionante quanto veloce sia scendere il tratto ripido dalla cresta ai Comolli (attenzione alle scivolate, pero'); raggiunto il Pialeral ci ritroviamo tutti e 4, ci rifocilliamo con un bel panino al salame e una fetta di torta, corroborati dal classico genepi, e ci rimettiamo in cammino, sempre sotto la neve; ridiscendendo il bosco in poco piu' di un' ora si torna alla base.

 

Il rif. Brioschi, abbondantemente incrostato di neve,
 in un' immagine decisamente "invernale"

Formazione: Walterun, Filippide, Antonella e Davide. Anche in discesa dal Pialeral ci accompagna una bella nevicata

 

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