LE BOCCHETTE CENTRALI DEL BRENTA

La via delle Bocchette Centrali, nelle Dolomiti di Brenta, è una delle più rinomate ferrate del Trentino. Non è particolarmente impegnativa e con un percorso di sole tre ore, snodandosi a una quota variabile tra i 2500m e i 2800 m, offre delle vedute stupende sulle montagne circostanti.

Il percorso e' meno impegnativo della via delle Bocchette Alte, anche se alcuni tratti esposti potrebbero causare problemi a chi soffre di vertigini. Il percorso, fatto in assenza di ghiaccio, è comunque sicuro con la presenza della fune di sicurezza in tutti i passaggi più difficili o pericolosi. Si rammenta di portare quindi un'imbragatura, il kit da ferrata e per chi lo possiede un caschetto da roccia.

Rifugio Brentei

Per raggiungere l'attacco della ferrata bisogna arrivare a Madonna di Campiglio e proseguire per il rifugio Vallesinella (3 o 4 Km di una bella ma stretta strada nel bosco). Si lascia l'auto all'ampio parcheggio a pagamento  dietro il rifugio (1513m slm) e percorrendo il sentiero N°317 si raggiunge in circa 45 min. il rifugio Casinei (1825m slm). Questo primo tratto di sentiero si sviluppa interamente nel bosco, il sentiero è largo ed è percorso da numerosi turisti impegnati in facili passeggiate giornaliere oppure a intenti a raggiungere i numerosi rifugi della zona, sosta per più impegnative escursioni.

Dal Casinei si prosegue per il sentiero N°318 (Sentiero dei Brentei) salendo subito sopra il rifugio ed evitando (per lo meno all'andata) di percorrere il sentiero basso N°391 (Sentiero Violi) che pur essendo piacevole risulta più lungo e potrebbe stancare più del necessario in vista del successivo attacco della ferrata.

Il sentiero 318 sale abbastanza decisamente per circa 45 min. fino ad un  bivio (2048m slm) che a sinistra sale al Rifugio Tuckett mentre a destra (via che dobbiamo seguire) porta al rifugio Brentei. Il sentiero prosegue con lievi sali scendi per altri 45 min. fino a giungere al rifugio Brentei (2182m slm) dove si aprono i due valloni che terminano con le bocchette del Brenta da una parte e con le bocchette degli Sfulmini dall'altra. Questi due punti  segnano l'inizio e la fine della ferrata delle Bocchette Centrali. Dal rifugio guardando verso sud, si può ammirare da vicino la suggestiva Cima Tosa (3159m slm), mentre  in lontanza  verso est e sud-est si vedono i massicci della Presanella e dell'Adamello.

L'alimentazione in montagna è importante, specialmente in lunghe passeggiate come questa.

Facile quanto spettacolare passaggio

Si prosegue quindi verso il vallone di destra passando per una chiesetta alpina che è uno dei simboli delle Dolomiti di Brenta. Dopo un'oretta di cammino in leggera salita, sempre seguendo il sentiero N° 318, iniziano le prime tracce di neve che però si attraversano facilmente (questo dipende dal periodo scelto per l'escursione e dalla quantità di neve caduta in primavera). Il sentiero inizia adesso a salire tra le rocce e compaiono anche le prime catene che facilitano la salita. Seguendo i segnavia dipinti sulla roccie e qualche ometto di pietra si sale fino all'inizio della Bocca di Brenta (2552m slm) dove la presenza di ghiaccio rallenata la salita e fa correre qualche pericolo a chi è sprovvisto di ramponcini da escursione (4 o 6 punte). I pericoli  maggiori si possono evitare  avanzando tra le rocce fino a che non si giunge in tratti sempre ghiacciati ma in  piano.

   

La ferrata delle Bocchette Centrali parte sulla parete a sinistra prima di raggiungere lo scollinamento della Bocca di Brenta. L'attacco è ben segnato e sicuramente arrivando in loco vedrete file di turisti avventurarvisi sopra. La ferrate inizia con un paio di scalette che portano ad una falesia abbastanza comoda con l'immancabile fune di protezione a portata di moschettone. Il sentiero che parte dal rifugio Brentei fino alla Bocca di Brenta (circa 1h 30min) se fatto di mattina rimane per gran parte in ombra, così come la prima ora di ferrata. Il freddo già da inizio Settembre può farsi intenso, ma questo non sorprenderà il prode escursionista che sarà senz'altro dotato di vestiti caldi e suppelletili vari quali cappellino, guanti e paraorecchie.

Imbrago, Kit da ferrata, caschetto e vestiario adeguato sono necessari per evitare prevedibili inconvenienti. 

 

Spettacolare passaggio con strapiombo 

La ferrata si snoda, tendenzialmente in salita, per facili passaggi e rare scalette, passando poi tra la Cima Brenta Alta (2960m slm) e il mitico Campanile Basso (2883m slm) dalle cui pareti si potranno sicuramente vedere alcuni dei numerosi rocciatori che si cimentano normalmente sulle sue pareti. Si passa quindi nella parte del massiccio illuminata dal sole (lo spero per voi) e salendo si  passa sotto il Campanile Alto (2937m slm) e la Torre di Brenta (3014m slm). In questo tratto si alterneranno vedute verso le Dolomiti orientali e strapiombi che incutono rispetto. Facendo affidamento su un cielo terso, come può esserlo sulle Dolomiti in una splendida giornata estiva, i fotografi troveranno in questi passaggi una vera fonte d'ispirazione.

Dopo circa 3 ore di ferrata si giunge sopra la Bocchette degli Sfulmini e grazie a numerose scalette si scende sul fondo ghiacciato di detta Bocchetta (circa 2700m slm). Da qui si può proseguire fino al rifugio Tuckett seguendo la via delle Bocchette Alte. La durata di questa ferrata è però notevole, a seconda del ritmo tenuto può variare dalle 4 alle 6 ore. Senz'altro meglio è discendere la Vedretta (nevaio ghiacciato) degli Sfulmini fino al sottostante rifugio Alimonta (2580m slm), dove chi vuole può passare la notte per affrontare le Bocchette Alte il mattino dopo, chi invece prosegue la discesa può prima rifocillarsi con le splendide torte che ivi si possono trovare. Per la discesa dalla Vedretta degli Sfulmini, vale lo stesso discorso fatto per la Vedretta della Bocca di Brenta. La difficoltà della discesa varia durante il giorno (la neve è infatti ghiacciata al mattino e più molle nel pomeriggio) e dipende anche dalle eventuali nevicate dei giorni precedenti. Avere un paio di ramponcini da escursionismo può togliere dall'imbarazzo.  

La discesa finale con innumerevoli scalette

 

Il gruppo sulla vedretta degli Sfulmini

Dal rifugio Alimonta si ridiscende per il sentiero N°323 al rifugio Brentei che si raggiunge in circa un ora di cammino. Da qui o si prosegue per il sentiero fatto al mattino, oppure se non si è abbastanza stanchi si può scendere al rifugio Casinei per il sentiero Violi N°391 (circa due ore e mezza di percorso).

Se si giunge al Casinei tra le 18 e le 21, si può approffitare dell'ottima cucina che offre tra l'altro degli splendidi e abbondanti primi piatti.

Se dopo la cena si è conservata la dovuta lucidità, l'ultima parte della discesa verso il Vallesinella non offre particolari difficoltà.

 

Il periodo consigliato per l'escursione è Agosto - inizio Settembre, in questo periodo si troverà sicuramente meno neve anche d'altro canto se la fine dell'estate ridurrà le ore di luce e la temperatura tenderà a essere più fredda.

Questo percorso fatto in giornata, da una persona normalmente allenata, prende con le dovute soste 11-12 ore. Se non si possiede un appoggio in zona o non si vuole fare un'inutile tour de force, è consigliato passare una notte almeno in uno dei rifugi lungo il percorso. La prenotazione dovrà essere però fatta per tempo visto l'elevato numero di persone che percorre questi itinerari d'estate.

Avendo una notte in più a disposizione si può percorrere anche la via delle Bocchette Alte o il più facile sentiero SOSAT (sono entrambe delle ferrate).

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