I DINTORNI DELL' ADAMELLO
(La Valle di Salarno, il Pian di Neve e la Val Miller)

 

Il massiccio dell' Adamello, al confine fra la Lombardia e il Trentino ospita, a  dispetto della quota non elevatissima (culmina a 3539 mt.), le piu' estese aree ghiacciate del versante italiano delle Alpi, ed offre una grande varieta' di camminate ed escursioni, anche di piu' giorni (come documentato su questo sito). Tra queste va sicuramente segnalato il sentiero N. 1 (Alta Via dell' Adamello) di cui noi abbiam percorso un tratto. L' Alta Via e' un tracciato lungo svariate decine di kilometri, che si mantiene costantemente fra i 2000 e i 3000 mt. di quota; parte in prossimita' del Passo Crocedomini (in loc. Bazena), e percorre tutto il massiccio in direzione sud-nord, terminando al rif. Garibaldi sotto la parete nord dell' Adamello; ne trovate una bella descrizione, tappa per tappa, qui.

 

Inizialmente pensavamo di seguirne il tracciato nella parte alta, quella piu' vicina al "cuore" del gruppo montuoso, ma poi mancanza di tempo, meteo inclemente e come di consueto allenamento scarso, ci hanno fatto propendere per un giro piu' corto, che esplora soltanto la Val Salarno e l' attigua Val Miller.

E' comunque un' escursione di piu' giorni, quindi va affrontata con lo spirito (e lo zaino!) adeguato; la partenza e' a quota 1458 mt., in localita' Fabrezza, poco sopra il paese di Saviore dell' Adamello, nella media Valcamonica. Da Niguarda ci si arriva in auto in un paio d' ore, seguendo la A4 fino a Bergamo, poi le indicazioni per Lovere/Valcamonica e a seguire per il Passo del Tonale; una volta imboccata la valle, appena dopo il paese di Cedegolo, si svolta a destra per Cevo-Saviore; arrivati a Saviore si prende una stradina sulla sinistra (indicazioni per Fabrezza) e la si segue per qualche kilometro, fino ad un rifugio/albergo dove si lascia la macchina e si parte a camminare.

Fabrezza, in Val Salarno, punto di partenza dell' escursione

 

Il rifugio Prudenzini, sull' Alta Via dell' Adamello.

I ruderi del vecchio rifugio.

 

Da Fabrezza al rif. Prudenzini

La  prima "tappa" porta fino al rif. Prudenzini, a quota 2235 mt, ed e' una tranquilla passeggiata che risale la Val Salarno. Appena lasciata Fabrezza, si sale su una comoda strada (segnavia n. 14, dapprima lastricata, poi sterrata), e si supera un primo risalto roccioso, unico punto in cui il pendio e' relativamente ripido; piu' avanti la strada spiana in corrispondenza del vecchio lago, ora prosciugato, di Macesso, e un centinaio di metri piu' in alto costeggia il lago Salarno (2070 mt.); passato questo, appena sopra, si trova il lago Dossaccio (2084 mt.). Superati i laghi la strada (ormai diventata sentiero) piega leggermente a sinistra e risale per altri 150 metri, fino al rif. Prudenzini; per la salita complessiva mettete in conto un paio d' ore, con passo tranquillo. Il rifugio, di proprieta' del CAI di Brescia, ha una buona ricettivita' in termini di posti, e' abbastanza spartano ma il trattamento e' buono e l' ambiente accogliente. Il servizio di mezza pensione costa 33 euri (prezzi 2007, con lo sconto CAI).

 

Panoramica sulla Val Salarno, durante la dalita verso il Pian di Neve

Salita al Passo Salarno e al Pian di Neve

Il rif. Prudenzini e' un buon punto di partenza per salire al Passo Salarno, che chiude l' omonima valle e permette l' accesso al ghiacciaio del Pian di Neve; e' anche possibile fare l' escursione direttamente da Fabrezza, ma in questo caso dovete mettere in conto un bel 1750 mt. di dislivello (solo di salita), e quindi, se non siete dei forsennati e avete poco allenamento (come noi), conviene pernottare al rifugio. Partendo da qui, ci si mantiene sulla sinistra rispetto al ponte che attraversa il torrente, appena a monte del rifugio; si prosegue lungo la valle, seguendo il segnavia n. 14, fino a incontrare i ruderi del vecchio rifugio, nei pressi di un gigantesco masso erratico.

 

Attraversato nelle vicinanze il torrente, si comincia a salire, seguendo il filo della morena in sx orografica; giunti in prossimita' della bastionata rocciosa che chiude la valle, il sentiero piega a destra e sale ripido i fianchi della montagna, per poi piengare ancora a destra piu' in alto, dove si sale per roccette ripide ma abbastanza agevoli, mantenendosi a sinistra di un evidente corno roccioso che guarda verso valle. Qui ormai il sentiero non  e' piu' tale, e si prosegue su una pietraia seguendo i segni bianco-rossi, abbastanza abbondanti ma occorre comunque una certa attenzione, dato che in un ambiente simile e' facile perdersi; lungo il percorso si incontra dapprima un palo di ferro piegato, poi poco piu' avanti, guardando la cresta ormai vicina che separa dal Pian di Neve, si nota verso sinistra l' intaglio del Passo Salarno, caratterizzato da un visibile palo di legno al centro. Si risale sempre per pietroni e segni bianco rossi in direzione del passo, che si raggiunge in breve.

 Fra le pietraie si comincia a intravedere il bianco del ghiacciaio

 

Il palo di legno che segnala l' intaglio del Passo Salarno, che immette sul Pian di Neve

Il giallo del bivacco Giannantonj occhieggia fra le rocce, a pochi metri dal Passo Salarno

 

Da qui si apre un fantastico panorama sul Pian di Neve, con il Monte Fumo e la cresta del Dosson di Geneova sulla destra, il Corno Bianco e la vetta dell' Adamello sulla sinistra; lo spettacolo e' veramente grandioso, per vastita' e bellezza, ma al tempo stesso desolante perche' e' evidente (anche a un profano come il sottoscritto) lo stato di sofferenza di questo gigante ghiacciato: mentre fino a pochi anni fa arrivava a filo del Passo Salarno, adesso e' necessario scendere di 10-15 metri per mettere piede sul ghiacciaio, che inoltre appare quasi scoperto di neve e abbondantemente crepacciato. Poco sopra il passo, 20-30 mt. sulla sinistra, si nota la sagoma gialla del bivacco Giannantonj, utile punto di appoggio per la salita in vetta all' Adamello, raggiungibile da qui in ulteriori 2-3 ore di cammino attraverso il Pian di Neve. Per la salita fino al Passo Salarno mettete in conto un buon 3 ore e mezza di cammino, a buon passo, e un' ora meno per la discesa; partendo di buon mattino ma non all' alba (circa le 8) per il primo pomeriggio rimettiamo piede al rifugio.

 

Lo sconfinato pianoro ghiacciato del Pian di Neve, che si spalanca alla vista appena giunti al Passo Salarno

Il Monte Fumo (3418 mt.) e la cresta che separa il Pian di Neve dalle valli del Trentino

 

 

Alta via verso il Gnutti attraverso il Passo Miller

Il giorno successivo partiamo per percorrere un pezzo dell' Alta Via dell' Adamello: l' intenzione e' quella di raggiungere il rif. Tonolini, ai piedi del Corno Baitone, ma il brutto tempo e la stanchezza ci faranno abbreviare la tappa e concludere il giro anzitempo. Il tratto di Alta Via che parte dal rif. Prudenzini, in direzione nord-ovest, scavalca la cresta che separa la Val Salarno dalla Val Miller, e scende al rif. Gnutti (dove noi ci fermeremo) per poi proseguire a mezza costa ed entrare nella conca del Baitone, fino al rif. Tonolini. Dal Prudenzini si sale tenendosi a dx di un gabbiotto in legno e lamiera appena fuori il rifugio; sempre seguendo i segni bianco-rossi, il sentiero risale i fianchi della valle, su un pendio erboso intervallato da sassi, non troppo ripido; un centinaio di metri sopra il rifugio piega a sinistra, dove si attraversa una frana su pietroni, poi risale dritto e si incontra un breve passaggio attrezzato;

 

Le interminabili pietraie che aggirano la Cima Prudenzini e conducono al Passo Miller

 

Ombretta e Filippide lungo la scoscesa pietraia che scende dal Passo Miller

piu' sopra ci si tiene ancora a sx, si risale ancora un po' fino ad aggirare alla base lo sperone della Cima Prudenzini (3018 mt.); qui il percorso diventa mano a mano solo su pietraia, e bisogna destreggiarsi fra enormi massi, seguendo i segni bianco-rossi e qualche ometto di pietra. Aggirata la base della Cima Prudenzini, si piega a dx, in direzione della sella che la divide dal Corno di Macesso; da qui e' visibile l' intaglio del Passo Miller, con in mezzo i cartelli indicatori; si risale la pietraia, che poi diventa una sentiero, erboso ma molto ripido e si raggiunge in breve il passo. La discesa in Val Miller e' dapprima ripida, con un paio di passaggi attrezzati, e poi continua su una lunga e faticosa pietraia; qui noi oltretutto troviamo brutto tempo, con pioggia e una nebbia che rende difficoltoso non perdersi fra i massi; poi, pian piano si ritrova il sentiero che raggiunge il fondovalle, aggira il piccolo laghetto del Miller, e raggiunge il rifugio Gnutti (2137 mt.).

 

Per arrivare fin qui noi ci mettiamo parecchio, circa 5:30 ore ma forse ci vuole un po' meno, anche se su questo i cartelli sono discordanti (quello appena fuori dal Prudenzini da 3:30 ore, vicino al Gnutti ce n'e' uno che ne indica 4:45). Il rifugio Gnutti e' piccolo e confortevole, noi abbiamo in piu' la fortuna di essere gli unici ospiti, e la signora ci tratta in guanti bianchi, cucinandoci praticamente quello che vogliamo; i costi sono piu' o meno allineati col Prudenzini. Da qui si potrebbe ripartire in direzione del Tonolini, raggiungibile in 1:45-2 ore sempre seguendo l' Alta Via n. 1, ma il tempo inclemente e la stanchezza ci fanno desistere: sara' per un' altra volta.

 

Ombretta affronta il ripido passaggio attrezzato appena valicato il Passo Miller

Walterun quasi immerso nella nebbia a meta' della discesa verso il rifugio Gnutti

 

Discesa in Val Malga

Il giro si conclude scendendo dalla Val Miller, fino alla localita' "Ponte del Guat", a circa 1500 mt, dove inizia la strada asfaltata; dopo aver pernottato al Gnutti, ci incamminiamo seguendo il sentiero n. 23, che inizia appena fuori il rifugio, rimanendo a valle della diga che chiude il piccolo lago Miller. Dopo un primo tratto in leggera discesa si attraversa il torrente, e poco piu' avanti si incontra il ripido gradino glaciale che chiude la parte bassa della valle: qui il sentiero scende via via piu' ripido, e percorre le cosiddette "Scale del Miller", percorso  intagliato nella roccia, a stretti tornanti ed effettivamente a gradoni, tanto da ricordare proprio una scala. La discesa qui e' abbbastanza faticosa (figurarsi la salita, che ancora ricordo anche se la percorsi una sola volta piu' di 20 anni fa);

 

La splendida Val Miller, con il laghetto in primo piano e la vetta dell' Adamello che si intravede in alto a sinistra

 

Ombretta, Filippide e Walterun paludati per la discesa lungo le Scale del Miller: fra poco ci accompagnera' una bella pioggia battente

oltretutto noi abbiamo la consueta fortuna, e veniamo accompagnati da una pioggia abbondante e insistente, ma nel giro di poco piu' di un' ora si supera il gradino roccioso e si approda ai piu' dolci pendii della parte bassa della valle, sulla destra della quale si vede la diramazione che porta alla conca del Baitone e verso il rif. Tonolini. Una volta terminate le Scale del Miller si raggiunge in breve il Ponte del Guat e la strada asfaltata.

NOTA: Trattandosi di un giro che comprende due valli vicine, c'e' il problema delle macchine: infatti, lasciando l' auto a Fabrezza, noi abbiamo dovuto farci venire a prendere con un' altra auto, a cui abbiamo dato appuntamento in localita' Faet, scendendo dal Ponte del Guat per una mezz'ora lungo la strada asfaltata; in alternativa, se non disponete di un passaggio, esiste il sentiero 86 che riporta dal Gnutti verso Fabrezza, scollinando sullo spartiacque che divide le due valli; il sentiero parte sulla sinistra del n.23, poco a monte dell' inizio delle Scale del Miller; potete chiedere informazioni dettagliate al rifugista del Gnutti.

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