Las Vegas: l' esagerazione americana.  Las Vagas appare all' improvviso in mezzo al deserto, come se sorgesse dal nulla; fin dal principio l' impressione e' di un qualcosa di assolutamente artificiale, messo li apposta per i turisti. Quando arriviamo il caldo e' soffocante, ci sono quasi 40 gradi, ci piazziamo in un campeggio appena dentro la citta' e attacchiamo immediatamente il condizionatore del camper alla rete elettrica; lo staccheremo solo quando andremo via.

 

La vita della citta' e' legata a doppio filo al gioco d' azzardo, le vie del centro sono sempre illuminate a giorno, e gigantesche insegne al neon cercano di invogliare a entrare nei casino' a ogni pie' sospinto .... Las Vegas e' anche la capitale dello spreco (in una citta' in pieno deserto come questa, ogni mega-albergo o mega-casino' ostenta fontane e giochi d' acqua) ... e del cattivo gusto: l' esagerazione e la falsita' di certe "ricostruzioni a tema storico" (su tutte il celebre Ceasar' Palace) sono qualcosa di veramente terrificante: tanto per dare un' idea l' ingresso al Ceasar's Palace contempla una passerella lunga a occhio e croce piu' di cento metri, con ingresso in stile tempietto, probabilmente di plastica, e con tanto di centurioni romani (saranno di plastica pure loro ?!?) dotati di lancia e scudo a salutare i turisti .

Le sfavillanti luci del Flamingo Hilton Hotel, all' incrocio fra il Las Vegas Boulevard e la Flamingo Road, nel cuore mondano della citta'

 

All' interno dei casino' ci sono sterminate platee di slot-machine, con gente imbambolata davanti che continua a infilare monetine; ci proviamo anche noi, ma a parte Bettu', che e' uno fortunato e ci mette 1/4 d' ora per far fuori il budget, tutti noi nel giro di 2 minuti abbiamo finito ....

 

California & west coast: da L.A. a S.Francisco: Dopo aver lasciato Las Vegas e il Nevada ci dirigiamo verso la costa ovest degli Stati Uniti, entriamo in California e facciamo tappa a Los Angeles; a dire il vero campeggiamo negli immediati paraggi della citta', che insieme ai sobborghi e' talmente vasta da renderne difficilmente individuabili i contorni. Non abbiamo moltissimo tempo a disposizione, per cui facciamo solo un rapido giro in camper nella "downtown" della metropoli, giusto per dare uno sguardo al "sunset boulevard" e a beverly hills; non ne siamo molto impressionati, a parte Bettu'  che rimane estasiato ad ammirare la scritta "HOLLYWOOD" che campeggia sulla celeberrima collina. Nei due giorni successivi percorriamo il lungo tratto di costa californiana che separa Los Angeles da San Francisco; la strada diventa interessante poco prima dell' arrivo, quando si percorre il tratto denominato "seventeen miles drive", che attraversa una riserva naturalistica nei pressi del promontorio di Monterey. Giunti a San Francisco troviamo posto in un "RV park", cioe' un campeggio apposito per camper all' interno della citta', il che ci permette di andare in giro con i mezzi pubblici. San Francisco e' una bella citta', che ha mantenuto alcune caratteristiche "europee" che la rendono, a nostro avviso, piu' vivibile della media delle metropoli USA. Ci fermiamo un paio di giorni, che passiamo gironzolando in buona parte a piedi, tanto per disintossicarci un po' dall' uso intensivo del camper degli ultimi giorni.

 

Il "Cable Car" caratteristico tram con trazione a fune di San Francisco, ideato per superare le notevoli pendenze delle strade cittadine, vive ormai solo come attrazione turistica

 

Lasciata S. Francisco ritorniamo all' interno della California, dirigendoci verso la Yosemite Valley, che ospita uno dei parchi nazionali piu' vecchi degli Stati Uniti; l' ambiente e' tipicamente alpino, con verdi  vallate e grandi montagne di granito; questo, tra l' altro, e' il paradiso dei free-climber, e offre all' arrampicata splendide pareti, di una verticalita' assoluta: su tutte i celeberrimi "El Capitan" e "Half Dome".
Campeggiamo nella parte piu' elevata del parco, a oltre 2500 metri, in una zona caratterizzata da boschi e laghetti di tipo alpino; in tutto il campeggio, cosa non rara nei parchi americani, ci sono frequenti cartelli con instruzioni dettagliate sul comportamento da adottare nel caso si incontrassero degli orsi, che evidentemente da queste parti sono di casa : alla sera sbarriamo per bene la porta del camper e ci dormiamo sopra. 

Ritorno verso il Nevada. Dopo aver abbandonato le verdi vallate dei parchi californiani, scendiamo dal Tioga Pass verso il Nevada, in un ambiente che diventa sempre piu' arido e desolato. Attraversiamo rapidamente Reno, copia piu' in piccolo di Las Vegas, ci dirigiamo a Est, per tornare verso Salt Lake City; il paesaggio e' lunare, brullo e desolato, e ogni tanto qualche cartello e del filo spinato ci ricordano che buona parte del Nevada e' in realta' proprieta' esclusiva dell' esercito americano. Facciamo una sosta in una cittadina-avamposto, che si chiama Winnemucca e che saluta i turisti con un significativo cartello che dice testualmente: "5 miliardi di persone non sono mai state qui" ...

L' impressionante parete di "El Capitan", mille metri di granito verticale nello Yosemite National Park

 

Poco dopo rientriamo nello Utah, e prima di arrivare a destinazione attraversiamo il "Salt Lake Desert": il deserto salato visto dal camper e' qualcosa di surreale, la luce e' abbagliante e il paesaggio di una desolazione assoluta (qui, su questa lastra di sale ci fanno i record di velocita'); mentre procediamo a velocita' costante il riverbero del sole crea miraggi ; la strada e' dritta come una fucilata, facciamo decine di chilometri in rettilineo senza neanche l' accenno di una curva ...

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