ELEFANTENTREFFEN 1985 (SalzburgRing)
Vent' anni fa !!! Sono passati esattamente vent' anni da quel Febbraio 1985 in cui il sottoscritto e Albertino, forti dell' allora giovane eta' e di un po' di incoscienza che non guasta mai, salirono a bordo della mitica Guzzi V35 Imola per partecipare al celebre raduno degli elefanti, o " Elefantentreffen", che all' epoca si svolgeva nel circuito del Salzburgring, sulle dolci colline che circondano Salisburgo, al confine fra Austria e Baviera. Raccontare oggi quell' esperienza e' una specie di "amarcord" motociclistico, un "come eravamo" in cui si mischiano ricordi e un po' di nostalgia ... e se e' vero che i ricordi, a vent' anni di distanza, si sfumano, e' anche vero che rimangono e si rafforzano quelli piu' importanti. A quell' epoca per noi due l' Elefantentreffen era una specie di mito, di rito di iniziazione che segnava lo spartiacque fra i motociclisti veri e quelli della domenica; 600 km di strada attraversando le Alpi in pieno inverno, e tre giorni da passare in tenda in mezzo alla neve, tra fiumi di birra, salsicce e disagi vari, non sono mica uno scherzo !!! |
La distesa di moto e tende che riempie il circuito del Salzburgring |
Albertino sosta al cospetto di un classico BMW in stile "Sturmtruppen", con tanto di bandiera tedesca |
Ci accordiamo quindi con il grande Grattoski (che allora non aveva ancora abiurato il mezzo a due ruote, anzi, ne faceva uno stile di vita) e insieme ad un gruppo di altri amici ci imbarchiamo nell' avventura ... Rimaniamo insieme alle altre moto giusto il tempo di arrivare a Bergamo: qui la nostra cavalcatura comincia a fare i capricci, il motore sputacchia e tende a spegnersi. Il problema ci e' noto, la V35 Imola tende a sballare la regolazione dell' anticipo, le puntine platinate si attaccano e il motore non va piu' ! |
Albertino e Walterun con la fedele V35 Imola |
C' e' chi porta solo lo stretto necessario: barile di birra e uova fresche di giornata. |
Siamo comunque in grado, data anche l' accessibilita' meccanica dei motori Guzzi, di sistemare la faccenda, diciamo agli altri di proseguire e ci fermiamo a Seriate per rimettere a posto le puntine. La riparazione pero' va per le lunghe, stiamo fermi un bel po', e il resto del gruppo non lo beccheremo piu'. La moto pero' adesso funziona, e proseguiamo lo stesso in direzione del Brennero; man mano che ci avviciniamo al confine austriaco notiamo che sulla strada il numero di moto e' sempre in aumento, e non e' difficile capire che molti si stanno dirigendo proprio all' Elefantentreffen, il che ci da una bella iniezione di fiducia (non siamo proprio gli unici pirla, pensiamo) . Ad un autogrill conosciamo due ragazzi di Torino, che stanno andando al raduno a bordo di un Morini 3 e 1/2: l' andatura e' simile, e ci uniamo a loro per il resto del viaggio. |
Oggi non ho un ricordo preciso del tempo meteorologico, ma passato il Brennero mi ricordo che il tempo peggioro' decisamente, e mentre percorrevamo l' autostrada che passa da Innsbruck e va verso Salisburgo si mise pure a nevicare. La nostra marcia, che gia' non era particolarmente veloce, a quel punto rallenta ulteriormente: le ore passano e quando arriviamo a destinazione e' ormai sera, l' autostrada e' lastricata di nevischio e dobbiamo spesso mettere i piedi a terra, per mantenere l' equilibrio (questo ci fara' consumare i soprascarpe, costrigendoci a guidare con i doposci nel viaggio di ritorno); proprio sulla rampa di uscita pero' commetto l' errore di toccare i freni: la moto sbanda e anche se al rallentatore scivoliamo per terra. Niente di grave per fortuna, la velocita' e' ben al di sotto dei 40 km/h, i tubi del paramotore attenuano il colpo e noi siamo talmente imbottiti che non ci facciamo niente; ci rialziamo prontamente e seguiamo le abbondanti indicazioni che portano verso il circuito sede del raduno. Quando arriviamo lo spettacolo ci ripaga della fatica: il Salzburgring e' sommerso dalla neve, e una distesa di migliaia di moto e tende si perde all' orizzonte, con pennacchi di fumo che si alzano qua e la' da falo' e griglie improvvisate. Sono le 10 di sera, e mentre ci districhiamo per cercare un posto dove sistemarci per la notte incrociamo casualmente il gruppo con cui eravamo partiti, e che era arrivato nel pomeriggio. Quando ci vede il mitico Grattoski va in visibilio: ormai ci dava per dispersi, il guasto alla moto e l' ora tarda lo avevano convinto che avessimo rinunciato all' impresa, ma il vederci arrivare a quell' ora lo gasa a mille: purtroppo pero' non c' e' posto per piazzare la tenda vicino agli altri, e dobbiamo spostarci verso il fondo del circuito. Rizziamo la tenda che e' quasi notte, appoggiandola su una bella zeppa di mezzo metro di neve, il cielo e' plumbeo e mentre armeggiamo coi picchetti si mette a nevicare fitto; ormai l' alone da grande impresa e' completo, ma bisogna dire che fa anche un freddo becco: dopo aver mangiato un classico wüster&crauti e tracannato un altrettanto classico birrone ci infiliamo, esausti, a dormire. |
Esemplare di vecchio Guzzi abbondantemente "personalizzato" (aveva pura una piccola TV !!!) |
Foto di gruppo al cospetto delle moto: Guzzi V35 Imola e Morini 3 e 1/2 |
Il freddo che ci attanaglia di notte e' davvero pungente: siamo imbacuccati all' inverosimile, ci infiliamo nel sacco a pelo (allora non c' erano sacchi 'tecnici' come quelli di oggi) con addosso maglione, giaccavento, calzamaglia, pantaloni da sci, due o tre paia di calzettoni e cappellino, ciononostante non riusciamo a star fermi per il freddo !!! Alla fine pero' la stanchezza e' tanta, e prende il sopravvento. I due giorni successivi passano fra birra, allegria, chiaccherate e le tante manifestazioni in programma, fra le quali spicca la suggestiva sfilata dei sidecar, alla sera sulla pista innevata; ci cimentiamo ovviamente nel giro di pista sul circuito innevato, e abbiamo naturalmente modo di ammirare le moto piu' bizzarre e gli allestimenti piu' singolari, che in un raduno del genere non mancano mai; tra la varia umanita' che popola il circuito (i partecipanti sono nell' ordine delle 10.000 persone, in maggioranza tedeschi ma ci sono anche molti italiani) non sono pochi quelli che danno libero sfogo alla fantasia nella preparazione, sia estetica che meccanica, del proprio mezzo; il tutto in un' atmosfera complessivamente di festa, che malgrado l' elevato tasso alcolico medio non trascende mai e si mantiene anzi allegra e pacifica. Dopo questa 3 giorni di "moto, birra e neve" risaliamo sulla nostra V35 Imola e salutiamo l' Elefatentreffen, ripercorrendo a ritroso lo stesso percorso; manco a dirlo ci accompagna la neve per diversi tratti lungo le autostrade austriache, e poco prima del Brennero siamo costretti a fermarci: ricordo ancora oggi il freddo che abbiamo patito, malgrado l' abbigliamento pesante e le modifiche fatte alla moto per renderla piu' protettiva; sostiamo per un po' cercando di scaldarci e di asciugare guanti, calzettoni, magliette e tutto quello che possiamo usando l' asciugamani ad aria dei bagni di un autogrill. Ripartiamo un po' rinfrancati, superiamo il Brennero e una volta nel "Paese d'o Sole" il tempo migliora, il motore del Guzzi non ci tradisce e rientriamo a Niguarda: stanchi, infreddoliti, ma contenti per aver passato un week-end di quelli che non si dimenticano. Nemmeno a vent' anni di distanza. |
L' Elefantentreffen
oggi, eccovi alcuni linchs:
digilander.libero.it/Elefantentreffen/ |