GRECIA 1988 - terza parte

 

Dopo una prima settimana all’insegna della tranquillità, tutti gli elementi del gruppo cominciano a desiderare una seconda settimana più movimentata. Quindi per dare una svolta alla nostra vacanza decidiamo di spostarci su un’altra isola e la scelta cade casualmente su Ios. Senza saperlo stiamo andando verso l’isola più vivace di tutto il mare Egeo. Raggiungiamo Ios dopo circa due ore di traghetto, l’isola è molto più piccola di Naxos, ma guardandola dal traghetto sembra ancora più bella. Il nostro arrivo è piuttosto movimentato, Mauro rompe uno dei due cavi dell’acceleratore della sua moto e si trova quindi a guidare con il motore che “gira” a un cilindro, anziché due. Fortunatamente il campeggio si trova molto vicino al porto e riusciamo quindi a raggiungerlo in pochi minuti. All’ingresso del campeggio ci accoglie un grande cartello che dovrebbe tranquillizzare i clienti. Il testo del cartello è questo: 

NON CI SONO PROBLEMI DI MANCANZA DI ACQUA. 

Saranno sufficienti pochi minuti per capire che il significato di questa frase è puramente simbolico, infatti scopriremo ben presto che riuscire a farsi una doccia completa senza interruzioni di alimentazione dell’acqua equivale a fare tredici al totocalcio.  

Ios ha una superficie di 108 Km. quadrati, si trova nella parte meridionale del gruppo delle Cicladi ed è idealmente circondata da altre isole più o meno conosciute dai turisti: Paros, Santorini, Amorgos e Sikinos.

La leggenda racconta che il grande poeta Omero naufragò su questa isola dove morì e fu sepolto, ma le varie notizie di ritrovamento della sua tomba non sono mai state realmente confermate. Originariamente l’attività principale degli abitanti di Ios era la pesca ma, in questi ultimi anni, in seguito alla vera e propria esplosione del turismo estivo, gran parte degli abitanti dell’isola ha deciso di cambiare attività e di dedicarsi allo sfruttamento di questa vera e propria miniera d’oro.

 

 

Il panorama che si gode dal porto è veramente delizioso, verso nord-ovest si estende una spiaggia sabbiosa affacciata su un mare di un colore blu intenso che sembra invitare i turisti appena sbarcati a fare subito una bella nuotata. Invece, volgendo le spalle all’attracco dei traghetti, la nostra vista viene quasi abbagliata dal colore bianco delle case dell’unico vero villaggio dell’isola che si è sviluppato su una collina dolcemente degradante verso il mare. Il centro abitato è raggiungibile (in auto, moto o autobus) utilizzando l’unica strada asfaltata di Ios. I più sportivi preferiscono invece camminare per circa 15 minuti avventurandosi lungo una mulattiera (in ottime condizioni di manutenzione) che inizia proprio vicino all’ingresso del nostro campeggio.

Arrivati alla piazza principale del paese, si prosegue in un dedalo di vicoli, percorribili solamente a piedi, attraverso i quali si arriva in cima alla collina dove non mancano alcuni mulini a vento che oramai servono solo da sfondo alle fotografie dei turisti. Ai lati dei vicoli si affacciano le case degli abitanti dell’isola, che nel periodo estivo vengono affittate ai turisti, e un’infinità di pub e disco bar arredati in perfetto stile inglese. Di giorno il paese appare estremamente tranquillo e quasi disabitato, ma è di notte che esplode la vera anima di Ios che, per la sua vita notturna veramente sfrenata (e dico sfrenata perché voglio essere educato), è diventata famosa in Europa e nel Mondo.

Continuando invece lungo la strada principale, inizia una discesa che esce dal paese, in direzione sud-est, e dopo pochi chilometri finisce di fronte alla spiaggia di Mylopota, una lingua di sabbia lunga circa due chilometri che nel periodo estivo ha una densità di popolazione elevatissima.

Mylopota è la spiaggia più vivace dell’isola, è sempre affollata di giovani che si vogliono divertire ballando, cantando, ubriacandosi e inseguendo le ragazze. Insomma, il luogo ideale per chi vuole rilassarsi…

Alle spalle della spiaggia c’è un campeggio che, all’apparenza, sembra ancora più disastrato del campeggio del porto dove abbiamo deciso di soggiornare.

 

Ovviamente l’isola è ricca di spiagge raggiungibili solo via mare, tra queste una delle più belle è la spiaggia di Manganari che si raggiunge dopo circa mezz’ora di navigazione partendo dal porto con una delle tante navi che trasportano turisti dal mattino alla sera.

Manganari ha le seguenti caratteristiche positive:

· La sabbia è chiara e fine.

· Il mare è limpido e ha delle tonalità di colore che ricordano spiagge tropicali ben più famose (ma forse meno belle di questa).

· Le ragazze che vengono qui sono molto carine e, in genere, poco vestite. 

Sono stati sufficienti alcuni giorni di permanenza a Ios per assimilare totalmente un ritmo di vita terrificante. Qui non si dorme mai !

Purtroppo le conseguenze sul nostro fisico non hanno tardato a manifestarsi. Il sole, il vento, la vita notturna, le poche ore di sonno in una tenda scomodissima e un’alimentazione approssimativa sono la causa principale delle seguenti “prestazioni”: 

· Walter ha dato il meglio di sé vomitando all’alba davanti alla nostra tenda.

· Roberto ha dato il meglio di sé vomitando poco prima dell’alba di fronte all’ingresso del “Red Lion Pub”, uno dei locali più famosi e frequentati di Ios.

· Mauro ha pagato la sua passione per la pesca e, dopo una giornata intera passata sotto il sole con la vana speranza che qualche pesce abboccasse all’amo della sua canna, è tornato in campeggio, ovviamente senza pesci, ma totalmente colorato di rosso amaranto. Adesso la sua pelle è fosforescente a tal punto da emettere luce propria e quindi Mauro può essere tranquillamente utilizzato come lampadario umano per illuminare le nostre camminate notturne.  

· Io ho superato tutti esibendomi in uno svenimento (poco prima del tramonto) sull’autobus che, dalla spiaggia di Mylopota, mi stava riportando al porto. Perdendo i sensi, sono caduto tra le gambe di una ragazza seduta davanti a me e che ha iniziato a versarmi acqua sulla testa tentando di farmi rinvenire. Al mio risveglio ho potuto godere di un panorama piacevole… Non ho immediatamente capito il motivo per cui mi trovavo con la testa tra le gambe di una ragazza che non conoscevo e che, comunque, mi sembrava piuttosto interessante… ma l’intervento di Roberto, che viaggiava con me, mi ha fatto capire cosa era successo. Così sono stato costretto a rialzarmi, ho ringraziato la fanciulla improvvisatasi infermiera e, aiutato da Roberto, sono sceso dall’autobus per respirare un po’ d’aria fresca e recuperare le energie.

· Marzio è l’unico componente del gruppo che non ha ancora avuto problemi di salute.

 

 

Nonostante questi piccoli inconvenienti, siamo comunque determinati a proseguire “alla grande” questa vacanza.

La notte Brava inizia sempre con una cena in una delle trattorie che si affacciano sul porto. Dopo avere sperimentato la pessima qualità del cibo di quasi tutti questi locali, abbiamo finalmente trovato un buon rapporto qualità / quantità / prezzo al ristorante “Corali”, un po’ fuori mano rispetto agli altri, ma sicuramente il migliore. La lunga camminata per raggiungere il “Corali” è perciò compensata dalla gioia di una cena piacevole e, soprattutto, digeribile.

Dopo cena, si parte per la “montagna” e, insieme ad altre centinaia di persone, affrontiamo la mulattiera in salita che ci porta in paese.

Al termine della mulattiera, sulla destra, troviamo il “Red Lion Pub”, entriamo, sembra di essere in Inghilterra. L’arredamento, i clienti (inglesi, tedeschi e scandinavi), la musica, proprio un perfetto angolo targato “GB” in terra greca.

“ Forza ragazzi, iniziamo subito con il primo giro di Tequila slammer (50% Sprite e 50% Tequila). “

“ Roberto ! Io comincerei con qualcosa di più leggero. Mi accontento di bere il 50% di Sprite e ti lascio il rimanente 50% di Tequila ! “

“ Paolo ! Fino a quando continuerai a bere Sprite senza Tequila non potrai mai capire il vero spirito di quest’isola. “

Effettivamente credo di essere l’unico cliente del Red Lion che beve solo Sprite. Gli inglesi e tutti gli altri clienti tracannano super alcolici in quantità impressionanti, i prezzi sono molto bassi, l’ambiente è divertente, entro breve saranno già tutti ubriachi. Quando troppe persone ubriache si trovano in uno spazio ristretto, occorre molta attenzione, basta un piccolo pretesto per scatenare una rissa, e a Ios di risse se ne vedono parecchie. Questo è, purtroppo, l’aspetto negativo di questo luogo splendido.

Proseguendo a piedi nei vicoli del paese entriamo da un pub all’altro, quasi tutti sono gestiti da personale di nazionalità inglese e, ovviamente arredati come se ci trovassimo a Londra, Manchester o Liverpool. All’ingresso di ogni locale ci sono una o più ragazze (poco vestite) che hanno l’incarico di invogliare i clienti ad entrare nel pub e di farli bere. Il disco bar “Cavo d’oro” è forse uno dei migliori di Ios. I ragazzi bevono, le ragazze ballano sulle sedie e sui tavoli, il disc-jockey mette dei dischi bellissimi.

La musica di Ios è il massimo per gli amanti del  vero rock. Quasi tutti i pub e i disco bar inondano l’isola di musica di buona qualità a volume altissimo. Le canzoni più trasmesse dell’estate 1988 sono tre:

·  Sunday bloody Sunday (U2).

·  Because the night (Patty Smith).

·  Beds are burning (Midnight Oil).

Anche Bruce Springsteen, Bob Dylan, Van Halen, Dire Straits, Pink Floyd, Skorpions, Led Zeppelin, Simon and Garfunkel sono molto ascoltati tra i vicoli di Ios.  

Ovviamente c’e spazio anche per la musica da deficienti, è sufficiente spostarsi di qualche centinaio di metri in direzione Mylopota per raggiungere la zona delle discoteche all’aperto. L’ingresso è gratuito, è pieno di italiani, sono quasi tutti ubriachi, la musica fa schifo, il volume è altissimo, ma ci si diverte lo stesso. 

E’ una mattina come tutte le altre al campeggio di Ios, la temperatura all’interno della tenda è già altissima, Roberto si è svegliato presto per andare a pescare con Mauro, ma io e Walter non abbiamo nessuna intenzione di alzarci. Resistiamo ancora un po’ ma alla fine dobbiamo uscire per evitare di fare una sauna non voluta. Andiamo a darci una rinfrescata negli splendidi bagni del campeggio e con un ritmo molto rilassato ci dirigiamo verso il bar per mangiare qualche cosa.

Il bar è già affollatissimo e i molti italiani che stanno facendo colazione esibiscono i loro sguardi da duro per le poche ragazze sedute ai tavolini.

 

Sono ancora mezzo addormentato quando vengo quasi travolto da un ragazzo che sta letteralmente rotolando fuori dal bar inseguito da altri due ragazzi che lo stanno massacrando di botte, indipendentemente dai motivi della rissa, non mi piace veder picchiare duramente un ragazzo che mi sembra totalmente indifeso. Assisto alla scena per qualche secondo poi decido di intervenire, riesco a bloccare uno dei due picchiatori, ma il secondo, che si è accorto del mio arrivo, sembra intenzionato ad aggredirmi, fortunatamente Walter riesce a calmarlo quasi subito riconducendolo ad un comportamento più civile.

La situazione si calma e nel giro di pochi minuti tutto si chiarisce. I picchiatori sono i due baristi, mentre il ragazzo che io ho difeso (che ha un aspetto vagamente hippy), si rivela essere un “mariuolo” che ha appena tentato di rubare qualche cosa da mangiare dal bar del campeggio. La faccenda si conclude con il mariuolo che tira fuori dalle tasche i soldi per pagare il cibo rubato e che subito dopo se ne va senza neanche ringraziarci per l’aiuto. I due baristi ritornano al loro lavoro e io e Walter possiamo finalmente fare colazione. E’ solo dopo essermi seduto che mi rendo conto di avere difeso la persona sbagliata e di avere corso anch’io il rischio di essere picchiato. D’altra parte la situazione richiedeva un intervento rapido e io mi sono fidato del mio istinto, comunque non mi piace veder picchiare un poveraccio che, indipendentemente da quello che ha fatto,  non meritava quel tipo di trattamento. Insomma, ho pensato che avrei dovuto calmare la situazione e ci ho provato. Menomale che anche Walter si è buttato subito nella mischia per aiutarmi, perché la faccenda avrebbe potuto prendere una brutta piega.

 

E’ ovvio che durante la rissa, i favolosi “duri da spiaggia” seduti ai tavolini del bar si sono ben guardati dall’intervenire per darci una mano. Insomma, credo che si siano cagati addosso e invece di tirare fuori le “palle”, hanno tirato fuori la carta igienica… 

“ Cazzo, Walter ! Lo sapevo che prima o poi saremmo riusciti a metterci nei guai. “ 

“ Cazzo, Paolo ! menomale che siamo riusciti a calmare gli animi quasi subito. “ 

“ E poi abbiamo anche difeso l’uomo sbagliato. “ 

“ E questo coglione se ne è andato senza neanche ringraziarci. “ 

“ Se lo incontro in giro, gliela do io un bella razione di sberle ! “ 

“ Andiamo in spiaggia va, e speriamo almeno di cuccare qualche ragazza interessante. “

Purtroppo il tempo passa sempre troppo velocemente quando non si lavora e così si avvicina il giorno del nostro rientro in Italia. Mauro e Marzio sono i primi a ripartire, mentre io, Roberto e Walter ci fermeremo ancora qualche giorno, ma ormai anche la nostra vacanza è agli sgoccioli.

L’ultima notte a Ios la passiamo pensando con tristezza a tutte le emozioni che abbiamo provato in questo luogo indescrivibile per chi non abbia avuto la possibilità di vederlo dal vivo.

La sera successiva, proprio poco prima di prendere il traghetto che da Ios ci porterà al Pireo, Roberto deve rimediare ad una foratura del pneumatico posteriore della sua moto, fortunatamente siamo sufficientemente attrezzati per eseguire brillantemente la riparazione. La nave è ovviamente affollatissima e riuscire a trovare un buco dove passare la notte è un impresa quasi impossibile, ovviamente troviamo posto in una posizione battuta da un vento gelido e, per ripararci un po’, siamo costretti a dormire completamente infilati nei sacchi a pelo.

Il porto del Pireo ci attende all’alba con la sua classica confusione che ci avvolge appena scendiamo dal traghetto, ma ormai siamo bene amalgamati nella caotica atmosfera greca e riusciamo a divincolarci con una certa agilità uscendo ben presto dall’area portuale.

 

Il viaggio di ritorno prosegue lentamente lungo la strada che ci sta portando a Patrasso dove, la sera stessa ci attende un altro traghetto per riportarci a Brindisi.

Approfittiamo di una sosta a un distributore di benzina per scambiare due chiacchiere tra noi:

“ Forza ragazzi, mancano pochi chilometri e poi potremo riposarci un po’ prima di salire sulla barca che ci riporterà in Italia. ”

“ Menomale, ho un sonno terrificante, questa notte non ho chiuso occhio e poi faceva un freddo… mi sembrava di essere in Siberia, altro che isole greche… “

“ Non ti lamentare e ricorda che il vero uomo selvaggio non sente né il freddo, né il caldo, né la fame, sente solo il richiamo delle donne desiderose di conoscerlo. “

“ A proposito di donne, avete visto la bionda che è salita sul traghetto con noi, sembrava Kim Basinger e poi, così abbronzata, era ancora più attraente. “

“ Dimentichi solo un particolare. “

“ Quale ? “

“ Non mi sembrava così desiderosa di conoscerti ! “

“ Ma che cazzo dici Roberto, non hai visto che sguardi mi lanciava ? “

Mi sembra il momento giusto per intervenire nella discussione tra Walter e Roberto:

“ Mi spiace deludervi, ma gli sguardi della bionda erano rivolti a me, questa notte è anche venuta trovarmi nel mio sacco a pelo e non vi dico altro…”

“ Vogliamo le prove ! “

“ Annusatemi il collo, non sentite un chiaro aroma di femmina nordica ? “

“ Ma che femmina nordica, questo al massimo è un aroma di capra selvatica ! “

E il viaggio prosegue…

Arriviamo a Patrasso con un notevole anticipo sull’orario di partenza del traghetto che ci riporterà in Italia, abbiamo quindi il tempo per eseguire con calma le pratiche doganali, per mangiare qualcosa e per riposarci un po’. Nessuno di noi tre ha voglia di parlare, i ricordi di questa vacanza ormai al termine cominciano ad affollarsi nella nostra mente e il pensiero di dover tornare a Milano a timbrare il cartellino ci rende ancora più taciturni.

Intorno alle otto di sera siamo già sul traghetto, con i nostri sacchi a pelo ben allineati sul ponte e pronti per passare un’altra notte sotto le stelle.

La navigazione è tranquilla e l’atmosfera che si crea con i nostri compagni di viaggio è piacevole ma meno vivace rispetto al viaggio di andata, forse sono tutti un po’ stanchi e un po’ tristi a causa della fine delle vacanze.

Come previsto, raggiungiamo Brindisi dopo circa 24 ore, riusciamo a scendere dal traghetto quasi subito e decidiamo di proseguire immediatamente verso Giulianova dove ci attende mio papà che è in vacanza a casa di mia zia Perla.

La stanchezza si fa sentire e impieghiamo almeno 5 ore per percorrere i 450 chilometri che ci separano da Giulianova.

Al nostro arrivo, ci attendono alcune gradite sorprese:

· Mio papà che ogni volta che mi vede tornare dalle ferie si domanda che cosa posso avere combinato per essere conciato come un reduce dalla Parigi Dakar.

· Una cena spettacolare preparata dalle mie zie Perla e Palmina.

· I miei zii Giorgio e Fernando che sembrano appena usciti da un film di Alberto Sordi.

· Un morbido letto dove dormire dopo tre settimane di campeggio selvaggio.

La mattina successiva Walter e Roberto riprenderanno le moto per tornare a Milano, mentre io tornerò in macchina con mio papà.

A questo punto anche le vacanze del 1988 sono proprio finite.

N.B. Nella relazione potete ammirare alcune foto tratte dalle riviste internazionali più importanti, che nel corso di questi diciannove anni hanno pubblicato numerosi articoli sulle vacanze in Grecia del 1988. Purtroppo, per motivi di spazio, siamo stati costretti ad allegare solo alcune delle migliaia di foto scattate dai paparazzi di tutto il mondo.

 

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