Giornale Z9 - ARTICOLO DEL GIORNALE ZONA 9 (pagina 19) file .pdf  del LUGLIO 2008

 

Ecco come l’Ecomuseo ci racconta il passato, il presente e il futuro.

Pagine di diario vissute assieme per creare una mappa di eventi e di intenti per la comunità di Niguarda.

Elena Negro - Alessandra Micoli

 

Ma cos’è, e perché una Mappa di Comunità? La realizzazione di una Mappa di Comunità, o mappa culturale, cerca di incoraggiare le comunità a individuare le cose familiari intorno a sé a cui dare importanza. Le mappe servono per orientarsi e per rappresentare i luoghi.

La Mappa della Comunità di Niguarda non sarà solo una rappresentazione grafica del quartiere ma anche e soprattuto un racconto visivo della sua storia, fatta di monumenti, immagini e memorie personali. Un visione collettiva dei luoghi significativi del quartiere.

La partecipazione alla creazione di una Mappa è quindi un’occasione concreta non tanto per celebrare il proprio quartiere ma per prendersene cura attivamente attraverso la narrazione e la conoscenza del suo passato e del suo presente. È sulla base di questi principi che, ad aprile di quest’anno, all’interno del percorso dell’Ecomuseo Urbano di Milano-Niguarda nell’ottica di un suo radicamento nel territorio, è stato avviata la costruzione della Mappa della Comunità di Niguarda.

Il gruppo di lavoro, guidato dall’associazione tramemetropolitane, sostenuto dal CdZ 9 e dall’Edificatrice di Niguarda, è costituito da rappresentanti delle realtà attive sul territorio, fra cui l’Edificatrice, il Comitato Soci Coop, l’Anpi, gli Azzurri Niguardese, l’Associazione genitori della Scuola Cesari, il Teatro della Cooperativa. Nell’arco di diversi mesi (il percorso si concluderà nel 2009) questo gruppo di lavoro continuerà a incontrarsi per dare forma a una mappa in cui i niguardesi possano riconoscersi.

Obiettivo: creare una mappa che racconti il territorio non solo a se stessi ma anche a chi viene dall’esterno, partendo dalla domanda “Cosa ritieni importante di questo luogo e cosa significa per te?”

Cosa è successo nei precedenti quattro incontri?

 

• 23 aprile.Èun momento introduttivo di spiegazione dei principi che animano il percorso e in cui ci si conosce e riconosce. Una mappa è un oggetto comune, che tutti conoscono. Ma spiegare il significato e il modo con cui si realizza una Mappa un po’ particolare come quella di Comunità richiede uno sforzo in più poiché non si tratta di un elenco di monumenti e vie, ma di un disegno che contenga la storia delle persone e dei luoghi da loro vissuti. La riflessione si incardina sulla base di alcune domande:

1) Quale articolazione dello spazio urbano tra passato, presente e futuro; ovvero: “come è diventata oggi Niguarda e perché?”
2) Cosa distingue Niguarda rispetto al resto della città? Come raccontarlo a chi viene dall’esterno? 3) Cosa manca? Quali sono le risorse da valorizzare? Ci lasciamo con la prospettiva di analizzare ognuno di questi temi, attraverso il racconto di storie ad essi legate, la raccolta di documenti e materiali vari.


• 13 maggio: che confini avrà la nostra mappa? Due i temi principali all’ordine del giorno: i confini del territorio da rappresentare e gli elementi architettonici e paesaggistici caratterizzanti il quartiere. Quali sono i confini di Niguarda? Quale territorio sarà rappresentato nella mappa? Al di là della diverse posizioni, prevalgono alla fine alcune idee di fondo:

1) il territorio di Niguarda coincide grossomodo con l’antica estensione del Comune di Niguarda (1923), ma limitarsi a quei confini
storici è riduttivo e non considera le trasformazioni urbanistiche successive (soprattutto quelle del secondo dopoguerra);

2) vi è una separazione territoriale e culturale tra Niguarda e altre zone (Prato, Greco, Bicocca);

3) l’estensione del territorio del quartiere è stata limitata da alcuni elementi architettonici e paesaggistici, che ne segnano gli attuali “confini” di appartenenza (Ospedale, caserme, Parco Nord).

Sulla base di queste riflessioni, vengono formulate delle ipotesi concrete:
in primo luogo il fatto che il territorio di Niguarda debba essere rappresentato in modo da rendere esplicite le fasi della sua trasformazione/espansione. In secondo luogo, vengono precisate tre fasce cronologiche, da rappresentare graficamente con diverso colore:  1) 1923: Niguarda Comune;2) gli anni ’60 e l’espansione edilizia; 3) l’oggi.

Quali sono le caratteristiche architettoniche e paesaggistiche del quartiere? A partire dall’elenco emerso nell’incontro precedente, suscitiamo una riflessione libera a più voci, che porta ad un nuovo elenco, più dettagliato, di elementi strutturali, descrittivi, luoghi della storia e della memoria, che permetterà di individuare luoghi e simboli del territorio ancora presenti o scomparsi. Successivamente li riordiniamo in categorie che permettono di costruire una griglia di lettura del territorio da utilizzare
successivamente nella emersione di storie e racconti che, attraverso il ricordo di un’osteria o di una fabbrica, comporranno la storia del quartiere, rappresentata nella mappa.

- Elementi architettonici: gli Archi di via de Calboli; le architetture particolari (via De Calboli e via Passerini), i “Tri cu d’ail” (via Cicerone); le cascine e le corti; le case di ringhiera;Villa Clerici e Villa Mellin;
- Luoghi aggregativi e della vita sociale o commerciale: le osterie (25); le bocciofile (23); il Cinema Teatro Imperia; le Filodrammatiche (oratorio e suore); la Cooperativa l’Ancora; il primo macello (via Hermada 8); la court di Bignam; la Biblioteca l’Ancora; la Parrocchia e l’oratorio;
- Elementi “strutturali”:il cimitero;il dazio;la linea di collegamento con il centro (il tram bianco, la “Carüseta”, la Rete Ospedaliera, l’83); il Municipio storico (poi Casa del Fascio, Casa del Popolo, sede del Consiglio della ex Zona 9); le scuole;
- Elementi morfologici del territorio: Parco Nord; Seveso;
- Luoghi del lavoro: Filande; Industrie in quartiere: Santagostino; Aquila; Condor; De Micheli; Tintoria Rosina; Allocchio Bacchini; Acciaierie Villa;Vetrerie Motta; Industrie esterne: Pirelli; Carlo Erba; Breda; Manifattura Tabacchi;
- Eventi e attività: L’Eco di Niguarda; la “Tapasciada”.


• 3 giugno: “1876: quando il lavoro agricolo diventa lavoro nero…”Si decide di riferirsi ai confini amministrativi della vecchia zona 9 come estensione più completa. Resta l’ipotesi di mantenere comunque un nesso con i confini dell’attuale partizione amministrativa perché comprende alcuni luoghi che pur non essendo considerati parte integrante del territorio di Niguarda sono rilevanti per la sua storia (l’Ospedale, alcune fabbriche tra cui Pirelli, Manifattura Tabacchi, Falk…) e verranno pertanto segnati come “appendici esterne”. Si sceglie il tema della vita sociale ed economica, che viene affrontato ponendo particolare attenzione alla transizione da mondo agricolo a mondo operaio. È la storia del Novecento che a Niguarda inizia già a fine Ottocento con le prime forme di industrializzazione.

Niguarda ne è stata segnata Simbolo della trasformazione è la fabbrica Santagostino, ora demolita, che con la sua nascita, nel 1876, sancisce l’inizio di quel cambiamento da mondo agricolo ad operaio che ancora oggi vive nei racconti dei niguardesi.

Alcune voci registrate nel corso dell’incontro ne tratteggiano i contorni: “collocherei proprio la data dell’inizio della grande trasformazione con la Santagostino, alla fine dell’800” - “la Santagostino era combinata in modo tale che dentro comandava Santagostino, le maestranze erano comandate dalle suore, c’era di mezzo il prete, la curia… era tutto un ingranaggio. Si vedeva proprio che era il passaggio dal contadino.. perché era il contadino che era legato alla chiesa” - “Se parliamo della vita contadina, nella Villa Clerici fino al 1925 si allevavano i bachi da seta nella sala principale”.

La mappa inizia a prendere forma: si sono definiti i confini, le aree di espansione e piano piano si individuano luoghi e momenti significativi per la storia. Emerge però l’esigenza di ragionare attorno a un filo rosso, che contraddistingua il quartiere e ne sappia esprimere lo spirito.

Inizia a delinearsi il grande e complesso tema dell’associazionismo e della cooperazione, due aspetti che si intrecciano con le storie di molti abitanti di Niguarda, del passato e di oggi. Questa sembra essere quindi la chiave di lettura su cui puntare per raccontare che cos’era Niguarda ieri e che cosa è oggi.

 

•24 giugno:“il mondo agricolo”. La discussione si concentra sul periodo della Niguarda agricola e paese. Nella ricostruzione corale ne emergono le forme produttive, il lavoro contadino e la struttura economica e sociale del borgo. Di questo racconto molti elementi sono ormai scomparsi, ma questo non ha impedito di individuare simboli a cui ancorarsi per la narrazione delle storie emerse.

Il prossimo incontro, l’ultimo prima delle vacanze estive, sarà dedicato a far emergere la transizione tra mondo contadino e mondo operaio che ha segnato la storia nel primo Novecento niguardese. Dopo l’estate in un incontro pubblico presenteremo il lavoro fin qui svolto. Sarà l’occasione per condividere con la cittadinanza questa visione di gruppo del passato di Niguarda che ci permetterà poi di iniziare ad affrontare un discorso pubblico sul presente e sul futuro del quartiere. Ma sarà anche l’occasione per conoscere meglio il percorso di costituzione dell’Ecomuseo e per contribuire attivamente.
In concomitanza verrà esposta una mostra itinerante sugli Ecomusei prodotta da Mondi Locali, una rete internazionale di Ecomusei, e voluta proprio per raccontare le esperienze già esistenti e permettere ai nascenti Ecomusei di confrontarsi con comunità che hanno compiuto percorsi simili.

 

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