IL RIFUGIO VICENZA al SASSOLUNGO (dall'Alpe di Siusi)

 

L'Alpe di Siusi, bellissimo altopiano nel cuore dell'Alto Adige, si adagia ai piedi di famosissimi gruppi dolomitici, come il Catinaccio, lo Sciliar e il gruppo Sassolungo-Sassopiatto, a poca distanza dalla Val Gardena. Si raggiunge in auto da Niguarda in 3-4 ore,seguendo l'autostrada del Brennero fino a Bolzano nord, e seguendo poi le indicazioni per Fiè allo Sciliar/Siusi; da Siusi parte un comodo impianto che porta fino ai 1800 mt dell'Alpe. Il luogo è davvero di una bellezza incomparabile e offre camminate ed escursioni per tutti i gusti; decidiamo di passarci qualche giorno, e in particolare di fare un giro fino al rifugio Vicenza, posto proprio sotto le rocce del Sassolungo, all'imbocco del vallone che conduce, circa 400 mt più in alto, al rifugio Demetz.

 

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La bellisima vista dell'Alpe di Siusi, col Sassolungo-Sassopiatto sullo sfondo

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Vista delgli alpeggi dalla baita della Bullaccia


La salita non è particolarmente dura, ma il giro che ci apprestiamo a fare è comunque piuttosto lungo; decidiamo quindi (saggiamente) di utilizzare il servizio di autobus che percorre tutto l'altopiano e che dalla località Compaccio (dove arriva la funivia) ci porta fino a Saltria, dalla parte opposta dell'Alpe, da dove cominciamo a camminare.
Dalla fermata dell'autobus di Saltria torniamo indietro qualche metro, e superato un ponticello imbocchiamo la comoda strada che risale la valle in direzione del rifugio Zallinger; le indicazioni, sia qui che lungo il percorso, sono generamente chiare e precise, anche come tempi di percorrenza. La strada, prima asfaltata e poi in terra battuta, risale molto dolcemente, e solo piu' avanti il pendio si fa appena piu' pronunciato, senza mai diventare davvero ripido, tant'è vero che è spesso percorso da gente in mountain bike.

 

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Vicino al rifugio Zallinger alcuni cavalli si godono la giornata


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Lungo il sentiero che aggira le pareti del Sassopiatto, verso il rifugio Vicenza

 

Dopo poco più di un'ora si giunge al confortevole rifugio Zallinger, vicino al quale si trova una graziosa chiesetta. Da qui, seguendo le indicazioni per il rifugio Vicenza, si scende dapprima di qualche decina di metri, per poi risalire il percorso, ora su sentiero,fino a raggiungere un ampio ripiano, piuttosto frequentato anche da gente che sale dalla direzione opposta; qui ci troviamo su un bel balcone panoramico verso l'Alpe di Siusi e le montagne circostanti. A questo punto il sentiero scende, perdendo rapidamente quota, per aggirare le pareti verticali che fanno da contrafforte al Sassopiatto, e dopo circa 150 metri di dislivello in discesa, aggirando le rocce, ricomincia a salire verso gli intagli che dividono il Sassopiatto dal Sassolungo.

 

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Il punto in cui il sentiero, dopo aver perso quota, ricomincia a salire verso il rifugio, ormai chiaramente visibile

Da qui la pendenza si fa via via un po' più marcata, e nel giro di una mezz'ora o poco più si raggiunge l'ormai visibile rifugio Vicenza, posto proprio sotto le pareti rocciose, all'imbocco del canale che conduce, più in alto, alla forcella del Sassolungo e al rifugio Demetz (raggiungibile dal Vicenza in circa 1 ora e 20 minuti). Noi però optiamo per fermarci al Vicenza, che raggiungiamo comunque dopo 3 ore di cammino, stanchi anche perchè gravati dagli zaini non proprio leggeri; inoltre al rifugio la cena viene servita fra le 18 e le 18:30, e questo ci toglie ogni residua velleità di proseguire (vogliamo evitare di arrivare tardi e rimanere digiuni); l'attesa della cena viene però vivacizzata dall'arrivo dell'elicottero, che trasporta un carico per il rifugio: non avevo mai assistito a questo evento, che si rivela piuttosto emozionante, con l'elicottero che staziona a mezz'aria sopra di noi mentre cala la rete con le provviste, e il tutto a qualche decina di metri dalle pareti di roccia !!! (il pilota deve avere un bel sangue freddo, penso). Aiutiamo i ragazzi del rifugio a trasportare il carico all'interno, e questo ci procura una bella birra fresca offerta dal rifugista. La cena (a parte l'orario un po' da tedeschi) non è male e il rifugio, anche se non econimicissimo, è confortevole, con camere calde e bagni puliti. Il mattino successivo, complice la giornata non bellissima, ripartiamo per scendere e optiamo per un giro diverso rispetto alla salita: seguendo le indicazioni per Saltria (talvolta Saltria-Monte Pana) rimaniamo infatti più a destra e dopo una decina di minuti imbocchiamo un bel sentiero che scende in mezzo al bosco, con pendenza costante, e che nel giro di una mezz'ora ci conduce ai prati di Pian Confin, a circa 1800 metri di quota; qui il sentiero si immette in una comoda strada sterrata che prosegue in piano verso destra.

 

Poco più avanti si incrocia un'altra larga strada, dove giriamo a sinistra, procediamo ancora fra leggeri saliscendi e nel giro di un'altra ora circa arriviamo a Saltria. Questo percorso può essere utilizzato ovviamente anche per la salita, e risulta più breve di quasi un'ora rispetto a quello descritto sopra, che è però più panoramico. Da Saltria stavolta non prendiamo l'autobus e decidiamo di percorrere tutta l'Alpe a piedi, fino a Compaccio, dove riprenderemo la funivia. Il percorso, dopo un iniziale risalita, si snoda fra gli alpeggi e risulta sempre agevole; e nel giro di un'ora circa permette di ritornare a Compaccio.

 

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Vista verso le guglie e le pareti fra Sassopiatto e Sassolungo

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Finalmente al rifugio, il meritato riposo

 

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