Week end sull'Allalin

 

L'idea di fare un nuovo 4000 ci spinge a cercarne uno facile, ed avendo già fatto il Breithorn ci rimane l'Allalin, considerato altrettanto facile; decidiamo di farlo appoggiandoci ad una guida alpina, e ne approfittiamo per aggiungere una escursione in zona Sempione, zona che non abbiamo mai visitato; come meta della escursione scegliamo la capanna Monte Leone, sotto il monte omonimo.

 

Da Milano prendiamo l'autostrada A8 Milano-Laghi direzione Gravedona/Varese, dopo Gallarate prendiamo per A26/E62 verso Gravellona Toce, dopo Castelletto Ticino prendiamo per Domodossola prima e per il Passo del Sempione poi, veloce passaggio della frontiera con la Svizzera e arriviamo a destinazione a Simplos dopo 160 km e circa 2 ore di strada.

 

1° Giorno - Monte Leone

Siamo nel parcheggio dover sorge l'imponente edificio dell'Ospizio del Sempione, che è di fronte noi: il sentiero parte alla sua sinistra, chiaramente segnalato, salendo per una strada asfaltata che poche decine di metri dopo diventa sterrata, per inoltrarsi nei prati allontanandosi sempre verso sinistra rispetto all'Ospizio. Salendo un piccolo colle si raggiunge un comodo sentiero che costeggia un piccolo ruscello incanalato.

Si prosegue seguendo il sentiero e poco per volta l'erba lascia il posto a pietraie e sfasciumi. In alcuni punti il percorso si rende un poco scivoloso a causa delle pietre levigate dai torrenti  che sgorgano dal ghiacciaio. In alcuni punti il sentiero è attrezzato con passamano e piccoli ponti in legno per evitare di guadare i ruscelli; i piu' piccoli sono guadabili invece passando sopra dei massi.

Il sentiero prosegue sempre ben segnalato, almeno sino a quando la neve non diventa continua; si tiene comunque sempre la sinistra in modo da portarsi sul lato sinistro della morena del ghiacciaio del Monte Leone, ancora abbondantemente innevato. Il nome della zona morenica è chiamata Chaltwasserpass.

Ponte su pietre lisce

 

Passaggio tecnico

Il laghetto giacciato

 

Nevaio dopo il rifugio

Sempre salendo lungo la morena si arriva ad un laghetto alpino, che troviamo ancora quasi completamente ghiacciato: i bordi scongelati lo rendono simile ad un gigantesco occhio blu; risaliamo il piccolo colle sul fianco sinistro del laghetto e si arriva ad un piccolo passo dove è già possibile vedere il rifugio, piccola struttura in pietra che si confonde nell'ambiente roccioso. Risalendo l'ultimo nevaio si raggiunge il Rifugio, posto a 2848 metri, dopo 850 metri di salita. Il rifugio è piccolo ma ci è sembrato ospitale, o forse è stata sufficiente una zuppa calda accompagnata da birra e panache a renderlo tale ...

Il rientro avviene lungo la via dell'andata, anche se all'uscita del rifugio ci attende un vento forte e gelido, che ci porta a coprirci neanche fossimo ad una ciaspolata; scendendo fortunatamente la temperatura migliora, sino a quando arriviamo nuovamente alla vettura.

 

La durata della gita è stata di due ore in quarto in salita ... e lo stesso tempo in discesa!

 

NOTA: Proseguendo il percorso e lasciando il rifugio alle spalle, in dirzezione sud-est si raggiunge il Bivacco Farello, posto in territorio italiano, da dove si vedono i seracchi del ghiacciaio e si ha una bella vista sull'Alpe Veglia.

 

2° Giorno - Allalinhorn (4.027 m) (Il racconto della lotta con l'Alpe, culminata nella conquista della Vetta).

La sveglia è puntata alle cinque ma, complice l'epicurea cena, la notte scorre lentamente (il soffitto non consente voli pindarici alla fantasia), ed alle cinque meno cinque una voce dice "mancano cinque minuti" .. e lasciamoli passare, altrimenti cosa abbiamo puntato la sveglia a fare? Cinque minuti dopo (sveglia pignola) "driiiiiiiiiiiiin" .. parte il lavaggio di faccia, la vestizione e la discesa nella hall dell'albergo .. buia .. chiuso l'accesso al ristoramnte, chiuso il portone di ingresso .. forse sono un filo in anticipo ... attendo paziente l'arrivo della moglie di Giorgio (detto "la guida", anzi, "la Guida"), che ci ammannisce una piu' che discreta colazione (tenuto conto di quello che non abbiamo ancora digerito dalla cena ...). Quindi, atletici e scattanti (ci chiamano i "marble brothers" mica per niente) saltiamo a bordo dell'auto condotta magistralmente da Lucy e partiamo alla volta della meta .. istruzioni: da Simplondorf prendere la direzione di Brig (strada 9/E62), quindi sempre sulla E62 dirigersi su Visp (direzione Sion), arrivati a Visp piegare a sud verso Saas Fee (1792 m), il tutto in poco meno di un'ora e mezzo (65km), lungo una strada poco trafficata e rimanendo basiti dall'efficienza svizzera, confrontando il tavolo da biliardo che è la strada con quelle stile montagne russe nostrane. 

 

foto 1: la parte finale della larga traccia iniziale, sullo sfondo l'arrivo del Metroalpin

A Saas Fee raggiungiamo il parcheggio posto all'ingresso della cittadina, da  dove, con precisione svizzera (per l'appunto) siamo condotti da inequivocabili segnali al punto dove lasciare l'auto, dal momento che non è possibile accedere con mezzi non elettrici al paese. Qualcuno inizia a cammuffarsi da alpinista, qualcuno si precipita in bagno (sempre la cena della sera prima), qualcuna decide di rimanere chiusa in bagno! Si tratta di Orietta, la seconda guida (pensiero maligno .. una guida che rimane chiusa in bagno???) .. che pero' dimostra un insospettabile senso di iniziativa, smontando prima la serratura della porta, anche se inultimente, e quindi smontando parte della finestrella, da cui riesce a sgusciare fuori. Ricompattato il gruppo, andiamo a prendere la funivia per il Felskinn (2991 m) arrivandoci gia' sudati ed affranti dopo un quarto d'ora di veloce camminata sotto il sole; al Felskinn si scende dalla funivia e si prendono nell'ordine: a) una notevole botta di freddo per l'abbassamento della temperatura b) la funicolare sotterranea del Metrò Alpin, che ci porta sino al Mittelallalin (3456 m) ... mezzi veloci e precisi, seppur decisamente costosi (69 franchi a testa).

Qui completiamo il travestimento da alpinisti, qualcuno si incasina con l'allacciatura dei ramponi, qualcuno cerca addirittura il manuale di istruzioni dei medesimi ... Ci godiamo per un attimo il panorama, sole e montagne, e partiamo, lungo una larga traccia in lieve salita, battuta dai mezzi di manutenzione piste, anche se gli impianti sciistici fortunatamente non sono ancora aperti; si segue la larga traccia (in condizioni normali) che risale il Feegletscher alla volta dell'Allalinhorn.

 

La salita viene presa in modo diverso dai vari partecipanti, c'e' che rantola e c''e chi non perde un attimo per chiaccherare; si prosegue lungo il ghiacciaio verso destra lasciando a sinistra la parete nord-ovest dell'Allalinhorn, sino a quando arriva il momemnto di legarsi ... ci si lega  e dopo aver superato un tratto un po' più ripido (35 gradi) si guadagna il Feejoch (3810 m).

Da qui si risale per un tratto il nevoso dosso occidentale, un po' ripido nella parte alta e che corre sopra un seracco (nessun problema, basta non pensare al fatto che che quando l'abbiamo visto da sotto abbiamo pensato "ma quanto è alto?"); superato indenni il seracco si prosegue effettuando una traversata ascendente lungo il versante sud-ovest, aggirando la vetta stessa sulla destra e sbucando sulla cresta sommitale poche decine di metri ad est del punto più alto.

Nel frattempo il sole è sparito, sono calate le nuvole, del panorama ovviamente neppure l'ombra; in compenso, delle folate di vento gelido ci colpiscono di quando in quando, provocando brividi lungo la schiena, non certo di piacere. La croce di vetta dista una trentina di metri quasi orizzontali, peccato di tratti di una trentina di metri di cresta abbastanza affilata .. la croce  si vede e non si vede .. e la raggiungiamo in un momento in cui si vede poco, cosi' se da un lato della cresta vedo delle roccette una cinquantina di metri sotto, dall'altro non vedo la parete precipitare verso valle.

foto 2: Allalin visto dal parcheggio, la via di salita corre sulla destra e si raggiunge la cima da dietro

 

foto 3: dallo stesso punto, la vista dei Mischabel

foto 4: la croce di vetta dall'inizio della cresta finale

 

Il rientro è lungo la via di salita, ma complice il rimbambimento dovuto alla stanchezza ed alla quota, non è scevro di qualche momento di tensione, ha fatto si che i due anzianotti del gruppo siano arrivati per ultimi (e questo non è un problema) ma zigzagando abbondantemente, nemmeno avessero scolato l'intera botticella portata da un san bernardo ... contrariamente alle fanciulle, che hanno proseguito l'allegro cicaleggio .. ripresi i mezzi per rientrare al paese, la Guida ha avuto l'idea di attraversarlo lungo la via principale (che non è la piu' veloce), e quindi i passanti, per la maggior parte in calzoncini&maglietta, hanno potuto vedere passare una banda di simil-alpinisti, seguiti da due anziani derelitti, coperti da alta montagna, mentre la temperatura era di circa trenta gradi ...

 
 
 
 

Turna indree

Turna al'Om Peig