BREVE STORIA DI NIGUARDA
(dalle origini al 1800)

ORIGINI

 

Non sappiamo se nel periodo tra preistoria e storia, in cui nella Pianura Padana si stanziarono le popolazione più varie (Liguri, Etruschi, Celti), sia esistito nel territorio ove ora sorge Niguarda, un villaggio sia pure costituito da qualche misera abitazione. La cosa pur se probabile non è documentata, iniziamo quindi a parlare di Niguarda da quando si hanno notizie certe.
Villaggio agricolo esistente già in epoca romana, Niguarda era situata una decina di chilometri a nord di Milano, nelle vicinanze del ponte con cui la strada che portava a Desio attraversava il Seveso. Il fiume rimaneva così ad ovest dell'abitato.

La prima notizia scritta su Niguarda riporta che San Germano (nato il 380 - morto nel 448 ) in viaggio da Milano a Como, passando per Niguarda fece visita al nobile Leporio gravemente malato. Guarito dopo questa visita, Leporio avrebbe fatto costruire una chiesa  intitolata al Santo, probabilmente all'altezza dell'attuale via Ornato 33 prima del ponte sul Seveso (ora incrocio tra via Ornato e via Bauer). 

Della chiesa, si hanno ancora notizie in uno scritto del XVII sec. dall'allora parroco di Niguarda, don P.Paolo Perego, che riporta lo stato di abbandono della chiesa, trascurata dagli ultimi proprietari e vittima delle continue esondazioni del Seveso.

Oltre alle distruzioni causate dalle piene del Seveso, Niguarda deve subire anche le devastazioni degli eserciti di passaggio lungo la strada che porta a nord attraverso Desio, così nel 1510 viene saccheggiata e incendiata insieme ai paesi dei dintorni, come Affori, Bresso e Cinisello, dai mercenari svizzeri della Lega Santa di ritorno dall'assedio (fallito) di Milano. 

Induee ghera SGermano

La Gesa

 

PIEVE E PARROCCHIA


   Con l'avvento del cristianesimo e l'organizzazione del territorio, Niguarda diventa parte della pieve di Bruzzano così come Affori, Bresso, Brusuglio, Cassinis Moassattii (Mojazza presso S.Maria alla Fontana), Cormano, Dergano, Precotto, Pratocentenaro, Pubiga (attualmente non localizzabile), Segnano, Greco estendendosi inoltre (sino al 1903) agli attuali territori di Turro, Precotto, Crescenzago, Cimiano. Nel medioevo si fa' sentire, come nel resto del territorio della pieve, l'influenza del monastero benedettino di San Simpliciano che era anche il maggior proprietario dei terreni della zona. Ai benedettini si deve anche la fondazione del convento di Segnano.

Altro proprietario con vasti possedimenti, soprattutto a Niguarda è il luogo pio delle Quattro Marie, istituzione laica di beneficenza per l'assistenza ai poveri.

Nel primo medioevo è testimoniata a Niguarda, la presenza di una chiesa dedicata a San Germano, mentre la chiesa di San Martino, è menzionata la prima volta nel XIII sec. Nel XIV sec. la chiesa di San Martino in Niguarda divenne una rettoria con un prete che vi officiava stabilmente le funzioni religiose.

La chiesa di S.Martino a Niguarda potrebbe esistere già all'inizio del XII secolo, se come sembra da quanto riportato dal "Cronico" di Giorgio Giulini (XVIII sec.), Liprando prete di S.Paolo in Milano a seguito di dissapori con il vescovo Grosolano dovette lasciare Milano per riparare presso la Curia di San Martino di Niguarda. La vicenda di Liprando e dell'Ordalia del fuoco o Giudizio di Dio è stata anche ripresa da una canzone di Jannacci "Prete Liprando e il giudizio di Dio".

. Nel 1567 in esecuzione dei Decreti del Concilio di Trento le rettorie vengono innalzate a chiese parrocchiali, Niguarda raggiunge così l'autonomia dalla pieve di Bruzzano di cui però continua a far parte. Nel 1618 Pratocentenaro con la chiesa di San Dionigi diventa parrocchia, staccandosi da quella di Niguarda da cui dipendeva in precedenza.

A partire dal XVI sec. si ha notizia di varie confraternite che avevano lo scopo di promuovere la devozione popolare e contribuire alle spese della parrocchia. Tali confraternite avevano numerosi aderenti e perdurarono fino al 1783 quando furono sciolte dalle autorità austriache. Sono documentate a Niguarda: La scuola del Santissimo Sacramento, scuola della Beata Vergine Maria, scuola della dottrina cristiana, società del Santissimo Rosario e la confraternita della Santa Croce.

 

DEMOGRAFIA


 In una relazione di una visita pastorale del 1582 risulta che in quel periodo Niguarda contasse circa 270 abitanti e Pratocentenaro circa 150, mentre in un documento del 1593 la parrocchia (Niguarda+Prato Centenaro) risulta essere di 650 anime. Nel 1630 Niguarda subisce la devastazione da parte dei lanzichenecchi di ritorno dal sacco di  Mantova che portarono con il loro passaggio anche la peste. 

Dopo il concilio di Trento inizia nelle parrocchie l'annotazione sistematica di tutti gli eventi religiosi e i sacramenti celebrati, così anche per Niguarda, a partire dall'inizio del XVI sec, si iniziano ad avere notizie più precise sulla popolazione. Sappiamo così,  i nomi dei parroci succedutisi a Niguarda, la durata della loro carica, il numero dei battesimi, dei matrimoni e dei morti. Altre fonte primaria di notizie, soprattutto per quel che riguarda i rapporti tra la parrocchia di Niguarda e quelle vicine, sono i resoconti delle visite pastorali che il vescovo di Milano compiva nelle parrocchie della sua diocesi.

Come i secoli precedenti anche il XVII - XVIII e XIX sono secoli di carestie ed epidemie di cui si inizia capirne la portata grazie ai registri parrocchiali. Niguarda nel 1611 risulta avere 762 abitanti che diventano 615 nel 1688 dopo le terribili carestie del 1628-29 e la peste del 1630. Si ritorna ad avere 766 abitanti nel 1756 per arrivare a 900 nel 1786. A Pratocentenaro nel 1611 risultano esserci invece 159 abitanti. Confrontando i dati dei paesi limitrofi si può supporre che la mortalità di peste nel circondario fosse elevatissima, circa un terzo della popolazione nell'epidemia  che colpi la Lombardia nel 1576-1577 e della metà in quella riportata dal Manzoni del 1629-1631.

Oltre le epidemie di peste del XVI e XVII sec., nei secoli successivi colpirono pesantemente la Lombardia vaiolo e colera. 

Sempre alto rimase il tasso di mortalità dei bambini fino a tutto '800. I bambini morti nel primo anno di vita erano circa il 25-30% dei nati, cifra che arriva al 45% con punte del 60% e più, se si calcolano i bambini deceduti prima dei dieci anni.

Villa Trotti

Foto link a www.storiadimilano.it

 

AMMINISTRAZIONE


Siamo nel XVIII sec. e già da tempo i territori che circondavano Milano erano chiamati "Corpi Santi", prendevano il nome cioè da quei territori, esterni alla città, dove vennero seppelliti i primi martiri di Milano e dove poi sorgeranno le prime basiliche cristiane. Faceva parte dei Corpi Santi quella che ora è la parte meridionale di Niguarda poco più a sud delle attuali via Hermada e via Passerini nella parte che oggi occupata dall'ospedale di Niguarda. Nel 1781 il governo austriaco distaccò i Corpi Santi dalla giurisdizione di Milano e li fece confluire in un unico comune che faceva così da corona alla città. Dal 1796 con i francesi i Corpi Santi vennero assorbiti da Milano prima come circondari e dal 1807 come parte del comune di Milano insieme a altri 34 comuni tra cui Niguarda (quel che rimaneva fuori dai Corpi Santi) Bruzzano, Affori, Dergano, Bicocca, Greco e Pratocentenaro. Con il ritorno degli austriaci vengono ricostituiti sia il Comune dei Corpi Santi che gli altri 34 comuni limitrofi a Milano.

Diviso in sei zone che prendevano il nome dalle Porte cittadine vicine: Porta Comasina, Porta Nuova, Porta Orientale, Porta Romana, Porta Ticinese, Porta Vercellina, il comune dei Corpi Santi verrà poi soppresso definitivamente nel 1873, dopo l'unità d'Italia.
Tornati in Lombardia nel 1814, dopo la sconfitta di Napoleone, gli austriaci avevano a Niguarda un loro commissariato, all'altezza dell'attuale via Santagostino n.2, presso quella che fù poi chiamata la "Curt di Tugnitt".

 

 

LE VILLE


Fino alla metà dell'800 la popolazione di Niguarda rimase prevalentemente contadina escluso le poche famiglie nobili che però non soggiornavano stabilmente a Niguarda.  Le principali famiglie nobiliari dei Trotti, Clerici, Melzi, Fontana, Riva rimanevano ancora a quel tempo i maggiori proprietari delle terre in zona. Queste famiglie nobiliari costruirono a Niguarda le loro ville che usavano come residenze di campagna visto la salubrità dell'aria (d'allora !!!). 

Niguarda grazie alla sua posizione isolata rispetto Milano, forse risenti meno delle epidemie che periodicamente colpirono la città. Bernardino Corio, che scrisse "Historia di Milano" sul finire del XV sec., si ritirò ad esempio nel suo podere a Niguarda per scampare alla peste che colpi Milano nel 1484.

Nei primi decenni del 1700, si ebbe  l'edificazione di villa Clerici (via Terrugia). La villa  passò alla fine del secolo ai Conti Biglia che la tennero fino al 1846 quando venne ceduta alla famiglia Melzi. Altre residenze signorili erano villa Trotti (via Passerini 13) e villa Corio già sede del consiglio di zona 9 (via Passerini 7/9). Isolata tra l'Ospedale e la ferrovia la villa cascina detta la "Lunara" cioè Villa Lonati (via Benefattori dell'Ospedale 11)  le cui origini risalgono al quattrocento. Dell'inizio novecento è invece la Villa Mellin (via Cesari 20) con annesso lo stupendo parco.

Da segnalare nelle vicinanze di Niguarda la Cascina Torretta costruita nel cinquecento e la famosa Bicocca degli Arcimboldi, villa quattrocentesca nei pressi della quale si svolse, nel 1522, la battaglia della Bicocca.

Turna indree

Turna al'Om Peig