" Quale futuro per Niguarda ?": Qualche considerazione

"Quale futuro per Niguarda ? " Già il porsi questa domanda sottintende un concetto importante. Si sottintende cioè che si vuol parlare di Niguarda come di una realtà distinta e non come un' anonima periferia di Milano. Com'è possibile questo ? E che cosa rende Niguarda (non è l'unica realtà in questo senso a Milano) differente da un generico sobborgo di una grande citta' ? 

Il tutto deriva dalla sua storia: Niguarda è stato un paese a se stante praticamente fino al primo dopoguerra, comune separato da Milano fino al 1926, e si porta dietro tuttora, anche se sempre più flebili, i ricordi di questa passata esperienza. Ecco alcuni aspetti che, a nostro avviso, caratterizzano Niguarda:

  • un dono del passato è la struttura urbanistica, che conserva numerose vecchie abitazioni contadine in gran parte ben conservate che rendono visibile ancora il vecchio Borgo e rappresentano, insieme alla ville presenti a Niguarda, un patrimonio di  identificazione e caratterizzazione notevole. 

  • le due Cooperative a proprietà indivisa che raccolgono attorno a se numerosi abitanti della zona. Queste cooperative hanno caratterizzato lo sviluppo urbanistico di Niguarda nell' ultimo secolo; si può dire che siano le più antiche associazioni niguardesi che sono resistite fino a noi, a parte quelle legate alla Parrocchia (realtà invece simile in tutta Italia). Queste associazioni, oltre alla Parrocchia ed all'associazione artigiani - commercianti di zona sono le realtà più rappresentative presenti oggi a Niguarda, ed è da qui che si puo' partire per creare quella "rappresentatività" e quella "voce in capitolo" da utilizzare nei cambiamenti che coinvolgeranno Niguarda (viabilità, ristrutturazione, abitazioni, verde pubblico, ecc) e da cui gli stessa "niguardesi" non dovrebbero essere esclusi o solo "spettatori". 

  • Altro aspetto fondamentale sono le aree verdi che hanno sempre circondato Niguarda e che ne delimitavano i confini entro i quali viveva la sua comunità, confini verdi che fanno parte dell'identità di Niguarda. Questo spazio verde fortunatamente si è conservato con la nascita del Parco Nord, che cinge Niguarda per almeno i due terzi del suo perimetro, partendo a sud dall'Ospedale fino ad arrivare girando in senso antiorario alle caserme della Celere prima e dei Bersaglieri poi, in viale Suzzani.

  • A caratterizzare Niguarda ci sarebbe anche il Seveso, che ne ha da sempre condizionato la struttura e la crescita, ma ormai questo piccolo fiume e' del tutto coperto (quando non esonda !). Viste le condizioni in cui versano le sue inquinatissime acque forse e' meglio cosi anche se, l'avere un fiume pulito e scoperto (solo per una parte del suo tracciato) potrebbe riportare anche da noi un angolo rilassante dove ed esempio poter passeggiare. In questo momento la sola idea più che un augurio sembra un'utopia, per cui per ora teniamo gli occhi aperti per evitare che anche in futuro Niguarda finisca sott' acqua come e' successo in questi giorni.

E' da questi punti che bisogna partire per cercare di mantenere viva la vocazione di Niguarda di essere una zona che, pur facendo parte di Milano, conserva una sua identità specifica:

  • La conservazione delle "vecchie cascine contadine" e delle "ville signorili" è una necessità se si vuol far vivere le nuove generazioni in un ambiente a misura umana dove il solo camminare giorno per giorno nelle vie fa sentire la "presenza di un passato". Sotto quest'aspetto una speranza è che nell'eventualità la Coop venisse spostata in via Bauer (o fosse anche ristrutturata l'attuale Coop) si possa, anche senza troppe spese, rivedere  l'aspetto esteriore del negozio in modo da armonizzarlo con la parte storica di Niguarda.  

  • Il patrimonio urbanistico del "borgo" di Niguarda dovrebbe essere difeso e salvaguardato sia da ipotesi d'eccessivo impatto del traffico automobilistico, che di sventramento o  isolamento dal resto di Milano (v. Gronda Nord); tutto cio' pur riconoscendo la necessita' di un migliore collegamento con gli altri quartieri cittadini, che dovrebbe pero' soddisfare le esigenze locali, piuttosto che quelle del traffico di transito. Analoga preoccupazione vi è per l'ipotesi di un centro commerciale al confine con Bresso che causerebbe la congestione del traffico in quel settore la cui viabilità non sopporterebbe un aggravio di traffico, soprattutto nelle ore di punta serali . 

  • L'incontro tra le realtà associative più rappresentative è una necessità per aggregare nuove forze presenti in zona e per coinvolgere i cittadini nelle vicende locali. Il tutto portando avanti quella solidarietà che l'attuale struttura della nostra società tende a rendere sempre più impersonale quando non del tutto assente. Come gia' riportato è stata toccante a riguardo la testimonianza del prof. Angelo Restelli presidente dell'associazione "Assistenza 2000", che si è addirittura spostato dal suo quartiere natale (il Ticinese) a Niguarda con il suo progetto d'aiuto agli anziani.

  • Naturalmente importante più che mai è la salvaguardia del Parco Nord che rappresenta per Niguarda una benefica cintura verde e un' occasione importante per rendere piu' vivo e vivibile il quartiere. Fondamentali sono i nuovi accessi al Parco e la realizzazione dei percorsi ciclo-pedonali di collegamento, che renderanno ancor più fruibile l' area agli abitanti di Niguarda. Per finire un' ultima speranza:  se in futuro verranno "dismesse" le aree delle caserme (Polizia Celere e Bersaglieri), che parte di queste possano venir inglobate dal Parco Nord per rendere ancor più solida questa cintura verde.

  • Basilare è poi trasmettere alle nuove generazioni (senza le quali ogni sforzo per il futuro rimane inutile) i valori, le tradizioni e le vicende del passato che costituiscono la storia della Niguarda contadina prima e operaia poi. Da qui il bisogno di stuzzicare l'interesse dei giovani sulle vicende passate e permettere loro di trovare in zona realtà culturali aperte al mondo. Un grosso aiuto da questo punto di vista è dato dal neonato Teatro della Cooperativa che con ammirevole determinazione sta' cercando di fornire "momenti culturali" a 360 gradi. Utile in questo senso è anche la possibilità d'utilizzare due ville storiche di Niguarda ed i relativi parchi (villa Clerici e villa Mellin) come sedi per eventi culturali, in modo da renderle parte del quartiere e non splendide strutture isolate. Sarebbe poi importante riutilizzare quella cinghia di trasmissione della tradizione che è sempre stato il legame nonno-nipote. Allargando questo concetto si potrebbero portare nelle scuole di zona le testimonianze dei nostri concittadini più anziani con tutto il loro bagaglio di ricordi ed esempi di vita.

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