NIGUARDA, ovvero "La Venezia del Nord (Milano)"

Sabato 15 Novembre 2014

Improvvisamente. Incredibilmente. Inevitabilmente.

E' successo ancora ... il nostro "grande fiume", il Seveso, e' esondato per l' n-esima volta, dove n e' un numero talmente elevato che si e' perso il conto. Solo quest' anno il "torrente mannaro" che scende impetuoso dalle altissime vette della Brianza ci ha fatto visita 9 volte !!!
Quello che però è più strabiliante è che questa volta il Seveso è "esondato" anche a Niguarda, e per Niguarda intendiamo il quartiere storico, non quello allargato che si sente menzionare dai media in occasione delle sempre più frequenti piene !

E' vero, era già successo nel settembre del 2001 (e il nostro sito appena nato ne aveva dato pronto riscontro) però lì era stato un caso fortuito, se per fortuito si può considerare il crollo del ponte in via Saluzzo, che aveva parzialmente ostruito l'ingresso nel tratto interrato in concomitanza dei lavori di copertura dell'ultimo tratto di fiume.

Questa volta nel tardo pomeriggio di sabato 15 novembre l'acqua è uscita in modo copioso in via Monte Rotondo, con le "tipiche" fontanelle; tanto da dover far chiudere la strada dai vigili urbani vedi filmato) e allagare piazza Belloveso e l'annessa chiesa; inoltre il Seveso è uscito dall'imbocco della parte coperta in fondo a via Ornato, inondando anche le vie limitrofe.

 

via Palanzone

P.zza Belloveso

 

Piazza Belloveso sott'acqua !

 

 

Il problema dell’esondazione in se' non e' che sia nuovo, gia' c'era quando andavamo al liceo a metà degli anni '70; ma allora, giovani e fiduciosi nel futuro, pensavamo che sarebbe stato risolto, e non avremmo immaginato che 40 anni dopo saremmo stati nella stessa identica situazione !!! Anzi, complice l'aumento dell’intensita’ delle piogge (parliamo ormai di piogge da regione subtropicale) il probelma è diventato endemico. Oltre all' indubbia aumentata piovosità, le concause sono la copertura e la mancata pulizia dell'alveo del torrente, che “aumentano” la forza dell’acqua; inoltre la cementificazione selvaggia della Brianza convoglia e velocizza le acque piovane, che prima in buona parte venivano assorbite dal terreno.

Ma come sempre in Italia quando c'e' un problema non e' che ci si mette a cercare soluzioni che funzionino, al massimo si gioca a scaricabarile e si cerca di dare la colpa a qualcun' altro; e cosi' eccoci ancora alle prese con le fontane di due metri dai tombini che saltano e con la circolazione stradale fatta coi canotti, strade chiuse al traffico e mezzi pubblici con percorsi "di fortuna" ... le foto che documentano questo scempio, e l' ampio riscontro mediatico della vicenda, ci raccontano, purtroppo, che quella che dovrebbe essere "la citta' dell Expo"  cioe' la Milano del futuro che fra pochi mesi si presentera' agli occhi del mondo, viene messa in ginocchio da un torrentello intubato e cementificato di cui nessuno si occupa da troppo tempo; probabilmente a Calcutta sono piu' efficienti (con tutto il rispetto per gli Indiani).
 

Via A. da Saluzzo

 

Come chicca, questa volta, abbiamo anche avuto il costruendo "laghetto" (in realta' bello grosso, circa 480m x 60m) del Parco Nord, che ha funzionato in parte da "valvola di sfogo" della piena, e che invece di riempirsi con l' acqua di falda e/o del Villoresi e di svolgere la sua funzione di "lago di interesse paesaggistico e naturalistico", si e' trasformato in "lago di interesse per le pantegane", con tutto quello che ne consegue.

L’ idea della “valvola di sfogo” in se’ sarebbe anche passabile, se solo si riuscisse a capire che il meccanismo preveda, ad emergenza terminata, il ritorno dell'acqua del Seveso nel suo corso naturale, in modo da poter ripristinare l'equilibrio floro/faunistico (trattasi di "lago di interesse paesaggistico e naturalistico"); tra l'altro questa soluzione servirebbe per non dare l'impressione ai comuni dell'hinterland di essere gli unici a sobbarcarsi i problemi delle piene (sito regione Lombardia).

Va pero' riconosciuto al comune di aver preso efficaci provvedimenti d' emergenza, come la chiusura, il giorno dopo la prima esondazione settimanale e quando l'emergenza (il giovedì) stava rientrando, delle scuole di tutta la Zona 9; molte delle quali, come la Cesari, nemmeno toccate dall' alluvione e perfettamente agibili; per la gioia dei genitori che hanno dovuto mettersi in ferie.

Insomma, un po' come dire "ragazzi, i buoi sono scappati ... presto, chiudete le stalle !!!".

Non resta che attendere che la natura, come al solito, faccia il suo corso, e che l' acqua ("acqua" del Seveso, e' bene ricordarlo !!) si asciughi e se ne vada per conto suo. In attesa della prossima !!

Un saluto dalla redasiun.

 

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