Viaggio: SIRIA - GIORDANIA PRIMAVERA 1995

GIORDANIA - II parte 

Dopo Petra ecco l'altra meraviglia della Giordania: 

il WADI RUM.

Si tratta di una zona desertica con formazioni rocciose che somigliano alla Monument Valley americana. Certo tutto è più in piccolo ma con colori spettacolari, specialmente nelle ore pomeridiane che precedono il tramonto.

Arrivati al limite del Wado Rum troviamo un complesso con un grande albergo e un campeggio. E' l'unico posto dove si può passare la notte, visto che all'interno del Wadi è da qualche anno proibito passare la notte. L'unica speranza per i turisti cocciuti di passare la notte nel deserto è di prenotare un campeggio organizzato che  "ammireremo" più tardi. All'albergo bisogna anche lasciare i pulmini e contrattare i Fuori Strada con i rispettivi autisti. La nostra contrattazione va' avanti un po' di tempo, alla fine ci assicuriamo a caro prezzo (secondo i nostri parametri) due Pick-Up scalcagnati in cui ci sistemiamo allegramente sul cassone. Il giro tra le formazioni che si stagliano nel deserto è suggestivo così come la corsa nella sabbia con i pick up che giocano a rincorrersi, ci inerpichiamo anche in una gola dove scorre dell'acqua e dove vediamo dei graffiti che gli autisti ci assicurano preistorici. 

Il Wadi Rum

Il pomeriggio passa così girovagando per il Wadi, riusciamo anche ad ammirare il campeggio stile Nouvelle Frontieres dove sarebbe possibile pernottare. Trattasi di tendine tutte uguali disposte in ordine con due prefabbricati che fungono da gabinetti. La cosa ci pare un po' troppo comoda, cerchiamo così di sondare l'autista del nostro pick-up, un giovane che fa il meccanico nel paesello all'ingresso al Wadi e già notato dalle ragazze del gruppo non certo per le sue doti di meccanico o d'autista. Il ragazzo cincischia, dice che c'è un suo zio beduino che ha una tenda nel Wadi, che però è vietato ai turisti passar la notte nel deserto e al limite ci potrebbe portare dal parente a prendere un the.

Per vedere il tramonto ci arrampichiamo su una duna di sabbia abbastanza alta, facendo tre passi avanti e due indietro  riusciamo ad arrivare in cima con le scarpe piene di sabbia. Ammiriamo però un bel tramonto scatenandoci in decine di fotografie (d'altro canto il tramonto fa sempre scena ed è senz'altro più comodo da immortalare che non l'alba).

Il prode Massimo nel Wadi Rum

Arriviamo nella tenda dello zio dell'autista e questo dopo averci accolti come parenti che tornano da un lungo viaggio ci fa preparare subito un bel the caldo. L'acqua presa da un bidone che giace all'esterno della tenda, per di più beviamo in bicchieri non proprio puliti, smerigliati dalla sabbia usata per lavarli. Riusciamo ad accordarci con il beduino per dormire da lui anche se qualcuno del gruppo preferisce tornare all'albergo. L'autista (il nipote) si propone come cuoco e indica un bel capretto tra il gregge che staziona fuori dalla tenda. Solleva però le proteste delle fanciulle del gruppo, inorridite da tanta crudeltà. Le fanciulle rimangono così disgustate  che dopo l'uccisione, la scuoiatura e la cottura del tenero agnello sul fuoco, se lo pappano quasi tutto lasciando giusto una costina a me e a Massimo che incautamente c'eravano distratti. Eh... beata coerenza femminile !!!!  

Dopo cena il giovane meccanico, nonché autista, mostra tutta la sua maestria invitando le ragazze di Firenze, che finora gli avevano dato più corda, ad uscire dalla tenda per vedere la notte stellata nel deserto. Naturalmente tutto il gruppo non vuole perdersi lo spettacolo (le stelle!!!) ma l'autista da gran maestro non si scompone e visto che la notte nel deserto è fredda tira fuori due coperte per coprirsi insieme alle ragazze che ridono divertite ai tentativi di allungare la mano che il ragazzo fa di tanto in tanto. 

La notte la passiamo nella tenda con i sacchi a pelo e nonostante questo patiamo un freddo cane. Intanto con mossa scaltra una delle fiorentine trova posto per dormire facendosi scudo con il prode Massimo mentre l'altra e una delle sorelline di Como (che già aveva subito il massaggiatore siriano) rimangono in balia del giovane autista. La mattina dopo scopriamo che non sono riuscite a chiudere occhio per le avances del povero meccanico che più volte respinto era uscito dalla tenda per fumare nervosamente e raffreddare i suoi bollenti ardori.

Lasciato il Wadi Rum ci dirigiamo verso Aquaba l'unico porto della Giordania che si affaccia sul Mar Rosso.

Per arrivarci passiamo in mezzo a bianche colline, sicuramente desolate ma che con il contrasto del blu del mare in lontananza creano un effetto scenico  sorprendente, sicuramente più sorprendente dei fondali di quel lembo di Mar Rosso tra Arabia Saudita e Israele, il mare è infatti rovinato dalla struttura portuale ed non ha  molto a che vedere con quello di Sharm & Sheik o delle Maldive. La città di Aquaba seppur antica non offre molto, per di più in questo periodo risulta essere spopolata dai turisti come fosse una località balneare  italiana in inverno. 

Torniamo ad Amman correndo verso nord lungo una strada non lontano dai confini con Israele dove con qualche giorno di ferie in più avremmo potuto ammirare Gerusalemme (chi c'è stato dice sia stupenda).

Concludiamo così un viaggio che ci ha stupito per la quantità e la qualità delle cose da vedere in Siria, così come  dalla cortesia dei suoi abitanti non abituati ancora ai turisti (tranne forse a Damasco), mentre per quel che riguarda la Giordania la stupenda Petra e il Wadi Rum valgono da soli il viaggio. 

Il mar Rosso ad Aquaba

 

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