Il milanese nelle canzoni "di successo"

... milanese un dialetto che scompare

Prendiamo spunto da un album uscito nel 2005 "Milano 3.6.2005"  (che raccoglie le vecchie canzoni in milanese di Enzo Jannaci) per ricordare l'uso del dialetto milanese nelle canzoni "maggiori", ovvero canzoni che hanno raggiunto nel dopoguerra il grande pubblico come diffusione discografica o televisiva.

Non che il "successo" renda migliori queste canzoni rispetto ad altre che magari rimangono circoscritte a qualche locale milanese come ad esempio la splendida "Norma" di Luciano Beretta (1928-1994), canzone che tra l'altro ho potuto sentire cantata in perfetto milanese da un friulano che da tempo gestisce una trattoria non lontano da Niguarda, friulano che rimprovera ai "milanese" la colpa di essersi dimenticati il loro dialetto !

Il parlare delle sole canzoni "maggiori" deriva da due motivi:

- il primo è che questo materiale discografico dovrebbe essere disponibile (cercando con attenzione) a tutti;

- il secondo motivo è che "purtroppo" non saremmo in grado di parlare della canzone milanese "tout-court" magari cantata con bravura ma solo in locali "specializzati". Dicendo ciò speriamo che altri possano compensare questa lacuna per ampliare anche in internet un tema a noi caro ma poco "raccontato" (Ecco comunque un breve riassunto della Canzon milanesa).

Analizzando l'uso del milanese nella canzone "maggiore" si può dire che dopo una feconda prima metà di '900 il periodo d'oro finisce all'inizio degli anni '70, dopo di che non avremo più pubblicazioni di nuove canzoni in milanese da parte d'artisti di rilievo nazionale.

Da segnalare inoltre lo spettacolo del 1962 "Milanin Milanon" di Filippo Crivelli e Roberto Leydi  con la raccolta delle canzoni milanesi più rappresentative fino a quel momento cantate dal quintetto: Sandra Mantovani, Tino Carraro, Milly, Anna Nogara, Enzo Jannacci. 

Ma ecco alcuni interpreti con i lavori "passati" alla storia (per lo meno musicale).

NANNI SVAMPA

Sicuramente colui che si è più dedicato, e si dedica tuttora, alla canzone milanese (e più in generale lombarda) è sicuramente Nanni Svampa, milanese di Porta Venezia, che ha ben tre grandi meriti:

1- Aver pubblicato un'antologia della canzone popolare lombarda (12 LP);

2- Aver tradotto in milanese una parte del reportorio del grande chasonier francese "Georges Brassens";

3- Aver ricordato Milano con i suoi personaggi di ieri e di oggi.

 

1) Per quanto riguarda il primo aspetto Svampa inizia nel 1970 per finire sette anni dopo prendendo in considerazione tutti gli aspetti della canzone popolare, tra cui quelle di maggiore risonanza sono le canzoni d'osteria e della mala.

Breve riassunto dell'Antologia della canzone lombarda di Nanni Svampa:

1. Antiche ballate e storie d'amore 1970

2. Il Risorgimento, i mestieri e l'officina 1970

3. La mala e l'osteria 1970

4. Le canzoni della Madonina 1970

5. Antiche ballate del contado 1973

6. W l'osteria 1973

7. La nuova canzone milanese 1973 con le canzoni:

Hanno ammazzato il Mario / Prendeva il treno / Andava a Rogoredo / La circonvallazion / La forza dell'amore / L'era tardi / Gh'è anmò un quajvun  / El portava i scarp del tennis / A l'era sabet sera  / Piazza Fratelli Bandiera 

8. Il cabaret 1973 

9. Le la va de sora 1977 

10. I donn a lavorà e numm a soldà 1977 

11. Al dì d'incoeu 1977 

12. Cà de ringhera e veggia osteria 1977

 

2) Altro capolavoro, che Svampa ripropone anche oggi, sono le traduzioni in milanese delle canzoni di Brassens, canzoni in cui non teme di trasporre l'ambientazione parigina nella Milano popolare del dopoguerra.

Ecco un riassunto di questa egregia opera di divulgazione:

Nanni Svampa canta Brassens del 1965 

tra cui da menzionare la "Canzon per el rotamatt", " El bamborin dela miée d'on ghisa ", " El gorilla" 

Nanni Svampa canta Brassens vol. 2 del 1969 

W Brassens del 1999 

con un'ammirevole "Tromboni della pubblicità" scritta da Brassens nel  lontano 1958 ma ancora attualissima insieme alle pregevoli  "Al mercaa de Porta Romana", "La dona de cent cinquanta franc" .

 

3) Di notevole valore sono anche le canzoni in cui Svampa canta Milano come negli LP:

Milano tua del 1966 con le belle e struggenti "Piazza Fratelli Bandiera" e "Gh'è ammò un quajvun" scritte però da Jannaci 

CantaMilano del 1977 dove riprende la tradizione popolare come ad esempio con "La mia morosa cara", "El ridicol matrimoni", "Donne donne gh'è chì el magnan", "Mamma mia mi son stufa"  "Porta Romana bella", "Se gh'hann de dì", "Ma mi" ed ancora "Piazza Fratelli Bandiera"

Concerto per Milano 1-2 del 1991 con canzoni riprese anche da altri artisti che inizia con un'impareggiabile "Meditazion del temp passà", "El ridicol matrimoni", "La gagarella del Biffi Scala", "Ma mi", "L'era tardi", "Quand pensi a la Cesira"

Dal 2000 comincia a tenere presso l’Accademia del Tempo Libero a Milano, un ciclo di lezioni-concerto sulla canzone popolare milanese e lombarda, accompagnato alla chitarra dal maestro Antonio Mastino, ripetuto con successo negli ultimi anni.

Su YOUTUBE:  Canzon per el rotamat ; La donna de cent cinquanta franc ; El bamborin de la miée d'un ghisa :

 

 

I GUFI

Un gruppo che ebbe un notevole successo negli anni '60 e che vedeva tra i propri partecipanti proprio Nanni Svampa furono "I GUFI" che potremmo quasi considerare i precursori dell'attuale cabaret, insieme a Svampa c'erano Lino Patruno, Gianni Magni e Roberto Brivio. 

Tra gli album con canzoni in milanese ricordiamo:

- Milano canta n. 1 del 1965 con "La balilla", "Porta Romana", "E mi la donna bionda", "L'è tri dì ch'el pioeuv e 'l fiocca", "Gh'è anmò on quaivun", "Piazza Fratelli Bandiera", "L'era tardi".

- Milano canta n. 2 del 1966 con ad esempio "Donne gh'è chì el magnano", "La bella Gigogin", "Ma mi"

 Su YOUTUBE: La balilla

 

MARIA MONTI   Lo ricordiamo come l'autore di una canzone poi cantata da più artisti: "La Balilla"

WALTER VALDI

Con Giovanni Danzi crea uno show a due di notevole successo "Lassa pur ch’el mond el disa" come di successo fu pure la commedia "Ciappa el tram balorda" scritta con Carletto Colombo che tenne banco per centinaia di repliche. 

Fra le canzoni milanesi più note del suo repertorio "La busa noeuva", "Quand s’eri giovina", "La macchina", "Il difetto", "Quand Milan l’era Milan", "Ringhera", "La Svizzera", "Faceva il palo nella banda dell’Ortica" (portata al successo da Enzo Jannacci), "La malaguena", "Ringhera", "Mariuccia", "I vahha put hanga", "Quand s’eri giovina", "Ma poi", "Un milanese a Milano", "Il tic" (portata al successo da Giorgio Gaber).  

Valdi fu tra l'altro autore di canzoni per bambini come "Il caffè della Peppina" e di "Cocco e drilli", brani vincitori dello Zecchino d’Oro.

Su YOUTUBE: La busa noeuva ; I vahha put hanga

 

ENZO JANNACCI:

L'altro grande interprete di canzoni in milanese, seppur di famiglia pugliese (il nonno), Jannacci cresciuto nella Milano popolare del dopo guerra ne ha respirato ed amato l'idioma così adatto a ritrarne i personaggi più marginali mostrando inoltre la capacità che ha (o aveva !?) Milano di adottare e far sentire pienamente milanesi nuovi "figli" venuti da fuori.
Fondamentali nel panorama comico-musicale milanese degli anni 60-70 le collaborazioni di Jannacci con altri personaggi di primo piano come Giorgio Gaber, Dario Fo e Cochi e Renato. 

Ecco l'elenco dei dischi in cui appaiono canzoni in milanese:

La Milano di Enzo Jannacci (1964 - ried. 1971)

El portava i scarp del tennis / Quella cosa in Lombardia  / Andava a Rogoredo  / M'hann ciamaa  / Ti te sè no  / Prendeva il treno  / T'ho compraa i calzett de seda  / E l'era tardi  / La luna è una lampadina  / Senza de ti  / Per un basin  / Ma mi 

Enzo Jannacci in teatro (1965 - ried. 1970 e 1971)

Ohè sunt chi / Qualcosa da aspettare  / Sopra i vetri  / Aveva un taxi nero  / Un foruncolo  / La forza dell'amore  / Veronica  / Prete Liprando e il giudizio di Dio  / Il primo furto non si scorda mai  / Sfiorisci bel fiore  / Niente  / L'Armando 

Sei minuti all'alba (1966 - ried. nel 1971)

Sei minuti all'alba / Soldato Nencini  / E io ho visto un uomo  / La balilla / Faceva il palo  / Dona che te durmivet  / Cosa portavi bella ragazza  / Chissà se è vero  / L'appassionata  / E savè  / L'è tri dì / Ho soffrito

La mia gente (1970)

Maria me porten via / Il dritto / E la marcia va / Il duomo di Milano / Il metrò / 70 persone / Pensare che / La mia gente / El carreté / Gli zingari / Il piantatore di pellame / Mexico e nuvole 

Quelli che... (1975)

La televisiun / Quelli che...  / El me indiriss  / Il monumento  / Borsa valori / L'arcobaleno / Vincenzina e la fabbrica  / Dottore... / Viva la galera / Il bonzo / 9 di sera (a televisao) / Il karate / El marognero / Il Kenia

e per ultimo riprendeno le vecchie canzoni

Milano 3.6.2005 (2004)

Veronica / T'ho cumpràa  i calsett de seda / L'era tardi / Ohe ! Sun chi / El me indiriss / Per un basin / 6 minuti all'alba / Chissà se è vero / Andava a Rogoredo / M'han ciamàa / La Balilla / Ti te se no / Ma mi / Sensa de ti / Ti luna / El purtava i scarp del tennis 

 

 Su YOUTUBE: Ho visto un re ; La ballata del pittore

 

GIORGIO GABER & ....

Il grande cantante che ha segnato la musica e lo spettacolo nazionale a partire dagli anni '60, seppur abbia ripreso nelle proprie canzoni personaggi tipicamente milanesi (La balilla, Porta romana; La ballata del Cerutti), non ha quasi mai usato il dialetto come veicolo per le proprie canzoni se non forse agli inizi (es. La Balila e "Da tant che l'era piscinin").

Si segnalano anche le classiche come O mia bela Madunina e "El me Milan" cantate da un GINO BRAMIERI d'antan.

E NEL 2000 ....

Un piccolo spaccato di canzone milanese si è avuto anche in televisione con lo spettacolo ZELIG (nome dello storico locale di viale Monza) con i Martesana in corpore sano quando a opera di Bisio e soci ".... E' accaduto che nel corso delle prime puntate della fortunata trasmissione televisiva di ITALIA 1, edizione 2000/2001, ci si fermasse dopo le prove dello spettacolo a cantare insieme. E quando si canta insieme, grazie a Dio, prima o poi si approda al repertorio della canzone popolare e dei canti da osteria. Milano ha una tradizione ricchissima di canti e filastrocche popolari che rischiavano di finire nel dimenticatoio".

Discorso a parte merita Davide Van De Sfros che ha avuto il grande merito di "riscoprire" il dialetto lombardo nella canzone maggiore in quanto legato al lago di Como ( anche se nato a Monza) ed al dialetto lariano o meglio ... laghee. Laghee arioso e più che comprensibile anche a Milano dove ha toccato il cuore di molti milanesi, tanto d'avere un Fan Club a poca distanza da Niguarda (Bar all'Isola). Come "musicalità" invece prende in prestito suoni estranei alla tradizione musicale italiana (cosa d'altra parte obbligatoria visto che non esiste una melodia peculiare dell'Italia del nord) che gli ha però permesso di dipingere quadri d'umanità di paese rese più calzanti dall'uso del dialetto. 

Sulla sua scia stanno intanto spuntando, anche nel milanese, alcuni gruppi che usano prevalentemente il dialetto nelle proprie canzoni come ad esempio Mario Benetti e le Mele Spinte che è anche il gruppo che più segue il solco segnato da DVDS, sia nell'aspetto musicale che nei testi delle canzoni che raccontano la provincia in "Grandi storie di un piccolo mondo" (come dal titolo del loro CD del 2005). 

Più ancorati alla città e con un aspetto musicale più originale il gruppo "TEKA P" che nel loro CD (Caragna no) raccontano in musica personaggi cittadini marginali ma epici (ascoltate CT e S'giaff) oltre a riprendere canzoni che ormai fanno parte della storia musicale milanese come "Ma mi" e "La ballata del pittore". 

Arrivando agli anni dieci del XXI sec dobbiamo guardare oltre confine dove troviamo i ticinese VAD VUC, non che cantino tutte le canzoni in dialetto (ce ne sono di molto belle anche in italiano) ma alcune di queste in dialetto ticinese sono, con un mino sforzo, comprensibili (in milanese).

Su YOUTUBE:      

Davide Van De Sfroos - Pulenta e galena fregia ; La balada del Genesio ; El Mustru ; Nona Lucia

TEKA P -  CT ; Ma Mi ; Taca a sonà ;

VAD VUC - Sota i ciapp ; Do stell hotel ; In fuund al tavul

Quanto sia duraturo questo ritorno al dialetto nella musica è difficile dirlo, probabilmente è l'ultimo orgoglioso "canto del cigno" del dialetto milanese, per lo meno inteso come dialetto della città di Milano. Sono ormai decenni che in famiglia nessuno più lo parla interrompendo così la sua trasmissione da generazione in generazione. Per quanto riguarda il milanese della Provincia si può dire che purtroppo stia solo seguendo con leggero ritardo la sorte del fratello maggiore. 

Se proprio volete ancora sentirlo parlare correntemente a  Milano, magari per provare a salvare qualche peculiare modo di dire, allora il miglior posto dove cercare è nelle case di cura per anziani dove sta' scomparendo una tradizione di secoli che è il cuore stesso della nostra città.

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