INTERNET, LE STATISTICHE E IL MONDO DEL LAVORO

Ormai da qualche anno abbiamo attivato un servizio di statistiche via web (ovviamente aggratis, ce ne sono diversi disponibili in rete), per verificare se qualcuno, almeno ogni tanto, ci viene a visitare. I risultati, fino a oggi, sono abbastanza confortanti, considerando che il nostro e' un sito amatoriale, fatto alla buona, e che non beneficiamo di sponsorizzazione alcuna, ne' (ahinoi) di qualsivoglia altra forma di finanziamento. Il numero di visitatori che quotidianamente capitano sul sito e' nell' ordine dei 150-200, e l' andamento delle statistiche e' abbastanza regolare, lentamente ma costantemente in crescita. Gli accessi sono distribuiti in modo omogeneo nella settimana, con un calo pittosto vistoso nel "uichend"; se pero' allarghiamo l' orizzonte, su base mensile e annuale, scopriamo che i cali piu' evidenti si hanno nei periodi di luglio-agosto, fine dicembre, e piu' o meno in concomitanza con ponti e/o feste comandate. Questi dati sembrano quindi  evidenziare che la maggior parte degli accessi si hanno in periodi (e oltretutto in orari) "lavorativi", e porterebbero, almeno a prima vista, a pensare che la gente visita il sito in buona misura dall' ufficio; di conseguenza si potrebbe supporre che in parecchi, sul luogo di lavoro, non abbiano un c..., ehm, un granche' da fare, e che si "sollazzino" andando spesso in giro su internet; o quanto meno che molta gente usi internet (in ufficio) non solo per questioni di lavoro (vista la natura non certo "professional-lavorativa" del nostro beneamato sito).

Tutto cio' ci porta a delle riflessioni sul modo di intendere oggi il lavoro (soprattutto quello d' ufficio): senza lanciarci in analisi economiche e sociologiche, che non saremmo in grado di sostenere, viene pero' da chiedersi se l' attuale organizzazione del lavoro impiegatizio (che a quanto pare lascia spesso dei consistenti "buchi" di tempo) non sia troppo legata alle tempistiche dei cicli di produzione tipici della rivoluzione industriale (cioe' delle fabbriche), piuttosto che rispondere alle effettive esigenze lavorative di oggi; in altre parole, e' proprio necessario stare in ufficio per 8 ore al giorno ? Il lavoro organizzato in questo modo non rischia di essere un po' alienante ? A noi la risposta pare scontata, ma noi potremmo venire tacciati di essere  "di parte" , tuttavia sembra proprio che l' alienazione da lavoro di ufficio non sia un' invenzione, e che sia sentita da molti come una condizione non proprio ideale per l' essere umano, come testimonia anche il recente successo di un  libro "inusuale" sull' argomento

Un' altra considerazione che ci viene in mente (piu' direttamente legata all' uso della rete) e' che l' uso di internet in ufficio, piu' che la causa di una scarsa efficienza lavorativa, ne sia piuttosto l' effetto, o quanto meno la valvola di sfogo: il "badilante medio", vessato da ore di noioso e spesso burocratico lavoro, cerca sulla rete quel po' di svago e "arricchimento informativo" che l' ambiente gli nega. In questo senso le politiche proibizionistico-restrittive che alcune aziende adottano, impedendo l' accesso a internet per i propri dipendenti, ci sembrano piuttosto miopi e sono probabilmente inefficaci: non e' impedendo al singolo impiegato di accedere a internet (a parte ovviamente casi particolari come siti porno e assimilabili) che se ne migliora la produttivita' , ne' tanto meno lo si motiva a lavorare bene o si migliorano i processi aziendali; anzi, e' probabilmente vero il contrario, anche perche' la rete e' oggi uno strumento davvero formidabile per il reperimento e lo scambio di informazioni (senza il quale nessun "lavoro" sarebbe possibile), oltre ad essere uno strumento per sua natura "democratico" e di accesso libero, visto che anche dei normali "peones" come noi della redasiun possono permettersi di scrivere quello che vogliono, e sperare pure che qualcuno (magari pochi, ma noi speriamo in aumento) lo legga.

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