METROTRANVIA UN ANNO DOPO
 (ovvero: come va il "lumacone" adesso che e' a regime?)

 

E' passato un anno abbondante da quando la fatidica Metrotranvia Nord fu inaugurata in pompa magna, come riportammo nell' articolo "L' e' rivaa el Tranvai"; ora la situazione dovrebbe essersi stabilizzata, e la succitata metrotranvia dovrebbe svolgere appieno il suo servizio di pubblico trasporto. E' quindi tempo di farne un primo bilancio, per valutare l' efficacia o meno di questa "rivoluzione viabilistica": diciamo subito che il fatto stesso che il 4 sia stato ribattezzato "il lumacone" qualche dubbio ce lo fa venire, ma non avendo noi della redasiun la consuetudine di usare il tranvai quotidianamente, vi raccontiamo "da cronisti" un episodio che ci e' capitato di recente.

 

Un normale giovedì d'inverno a Niguarda, ore 17,30 davanti alla Coop:  all'improvviso due convogli della cosiddetta “metrotranvia n°4”, o come più familiarmente vengono chiamati due "lumaconi", incrociatisi da pochi metri, si bloccano di colpo !  A questo punto anche il traffico si blocca e si formano due colonne di macchine in entrambi i sensi di marcia. La gente per strada guarda perplessa, quella in vettura pare rassegnata !

Si tratta probabilmente di una delle solite cadute di tensione sulla linea. Il tempo passa, la gente per strada ormai commenta sarcasticamente “l’imponderabile” guasto, i commenti si focalizzano su una porta del “lumacone” con scritto “Fuori Servizio”. Sembra che questa sia una caratteristica del mezzo, senza la quale i passeggeri non riuscirebbero più a riconoscerlo, rischiando così di sbagliare tram.

Dopo qualche minuto il lumacone apre le porte, i passeggeri scendono sempre più rassegnati mentre i passanti allibiti evocano le scene di protesta viste negli ultimi tempi sui treni dei pendolari !!!

Ma all’improvviso, così come se ne era andata, ecco riapparire la tensione di linea, e prima un “lumacone” e poi l’altro (non sia mai che mettendosi in movimento assieme capitasse un altro patatrac) si muovono riprendendo il loro percorso.

La scena, a quanto si sente dire dai passeggeri che normalmente prendono il suddetto tram, è frequente; abbiamo quindi intervistato due normali fruitori del servizio per avere notizie di prima mano.

 

Parliamo prima con Elena, che prende il tram tutte le mattine per raggiungere l’altro capo della città (auguri):

 

<<le cadute di linea sono una costante, direi almeno una volta alla settimana, tanto per tenersi in allenamento, così come è normale che ci siano porte fuori servizio. Si figuri che una volta, all’ennesimo fermo della linea, il tranviere è sceso imprecando, dicendo che loro quei carrozzoni non li volevano ma glieli hanno imposti !!! Tra l’altro il tram è concepito malino, i sedili della prima carrozza sono strutturati in modo da accogliere solo persone sedute, perché lo spazio per passare è minimo, e ogni tanto capita che qualche povero vecchietto, casualmente salito dalla prima porta (se questa è funzionante “of-cors” n.d.r.) non riesca più a districarsi tra la selva di gambe e non riesca neppure ad afferrare le sbarre perché troppo in alto.>>

 

Supponiamo quindi che sia preferibile prendere le vetture della linea n°5 ?

 

<<Figuriamoci, a parte che con la caduta di tensione della linea si fermano anche quelle, a parte il fatto che le corse sono meno numerose di quelle della linea n°4, i mezzi sono di vecchia concezione e sono preclusi a chi come me ha un bambino piccolo con il passeggino, o anche alle persone anziane che non riescono ad issarsi a bordo !!!

Non parliamo poi dei cartelli elettronici alle fermate, quelli che indicano il tempo d'attesa dei tram, sembrano messi lì per bellezza visto che i tempi d'attesa non hanno la minima attinenza con la reatà ! Che servano per consigliare i numeri da giocare al Lotto ?>>

 

Sentiamo allora un altro passeggero più attempato, il sig. Franco, che seppur non lontano dalla pensione è un assiduo frequentatore del tram n°4:

 

<< La gente é esasperata, in particolare quella proveniente da Bresso. Vengono spedite montagne di fax e di e-mail di protesta, regolarmente ignorate. Racconto come esempio un recente episodio: lunedì 14/feb/05 ero sul 4 e all'arrivo in p.le Maciachini direzione Niguarda alle 16.30 circa, c'era gente che aspettava da quasi 1 ora: era infuriata e malediceva ATM e politici responsabili di tale disservizio, soprattutto per l'assenza di informativa sul mancato arrivo del mezzo. Una signora raccontava di essere scesa nel mezzanino del metrò per far telefonare alla sede centrale e per sapere come mai il 4 non arrivava , e si é sentita rispondere da un uomo dell'ATM che non era suo compito fornire tali informazioni. La signora, infuriata, dopo un po' di minacce verbali verso lo scortese dipendente ATM (essere troppo buoni porta spesso a non far valere i propri diritti e ad essere prevaricati) é riuscita faticosamente a convincere il personaggio scocciato (che evidentemente voleva rimanere tranquillo nel suo mezzanino) a telefonare alla sede centrale e a scoprire che a causa di un incidente in via Farini il transito del 4 non era possibile. Non un cenno ovviamente sui probabili tempi di riattivazione: non si può chiedere troppo !! Quando poi é arrivata la corsa sulla quale ero io, non vi dico in che condizioni sia potuta salire la moltitudine di gente presente sulla banchina (alcuni non sono neanche riusciti ad entrare): i carri bestiame lasciano più spazio ai loro trasportati ! E questo é solo uno dei tanti disservizi che capitano su questa linea, ormai quotidianamente: ritardi, salti di corse, forti sbandamenti nelle curve, cali di tensione nelle linee di alimentazione e chi più ne ha più ne metta.>> 

 

<<La morale>>, conclude il sig. Franco, <<e' che mettere il profitto ed il denaro al vertice degli interessi di una società di servizi é ciò che di più sbagliato si possa fare !>>

 

Un altro problema irrisolto, che colpisce però gli automobilisti, è la selva di semafori che coprono il tratto tra Bresso e la via Bauer. Tra detti semafori “poco intelligenti” svetta su tutti quello posto all’uscita del capolinea dei tram. La durata del rosso per gli automobilisti è notevole, e capita spesso di doversi fermare al suo cospetto; appena si avvicina un tram il semaforo naturalmente diventa rosso per i mezzi su rotaia (che si devono così fermare, compresi quelli appena partiti dal capolinea), mentre puo' ripartire il povero automobilista, per fermarsi però immediatamente al successivo, vicinissimo semaforo già diventato rosso !!! Che sia un metodo per scoraggiare l’uso delle auto e ridurre così l’inquinamento ?

Abbiamo sottoposto il problema ad un Comitato Tecnico Internazionale, che dopo innumerevoli riunioni, vista la difficoltà di concepire un semaforo intelligente, ha escogitato un sistema niente male: si tratta di appendere degli anelli ad una cordicella, l’autista del tram, munito di rampino, deve riuscire passando ad arpionare la cordicella e tirarla, in pieno stile “tenzone medievale”. La cordicella dovrebbe essere collegata all’altro capo in modo da azionare il bottone di richiesta transito per pedoni del semaforo in questione (avanzatissimo congegno già esistente) che verrebbe così premuto !!!

 

Entusiati per questa soluzione la proporremo al più presto all’ATM !!!

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