PREAMBOLO

I prossimi 15 e 17 novembre 2002 si terra' a Niguarda, presso la "Sala Risorgimento" di via Hermada 8, un convegno dal titolo "Quale futuro per Niguarda ?", organizzato da alcune associazioni operanti nel quartiere. Durante il convegno verranno affrontati diversi temi che interessano la nostra zona, dal futuro assetto viabilistico, all' integrazione con il Parco Nord, alle questioni che riguardano l' artigianato, i servizi, i nuovi insediamenti ecc. Nel prossimo futuro, infatti, Niguarda sara' teatro di diversi cambiamenti, alcuni dei quali di notevole impatto, come abbiamo cercato di delineare nel nostro precedente articolo "Il futuro di Niguarda" . Siamo convinti che iniziative di questo tipo siano necessarie, e prendendo spunto dal provocatorio sottotitolo del convegno "Una grande occasione o un processo da subire ?", crediamo che cambiamenti come quelli che si preannunciano vadano senz' altro vissuti in modo "attivo" da parte della cittadinanza, e non subiti come spesso, purtroppo accade. L' interessamento diretto dei cittadini nei processi socio-urbanistici che li riguardano e' sempre auspicabile e puo' portare contributi di sicuro rilievo. Per poter pero' "far sentire la propria voce" come si dice in questi casi, e in sostanza per avere la possibilita' di incidere sui processi che guideranno i futuri cambiamenti, crediamo che sia necessario che tutte le realta' sociali del quartiere si ritrovino e confrontino idee, posizioni e punti di vista, con l' obbiettivo di trovare una sintesi comune e di dar vita ad un "soggetto" che rappresenti i cittadini, una specie di "comitato per il quartiere", che possa quindi avere "voce in capitolo" nelle varie questioni. In questo senso iniziative come il convegno di cui parliamo sono senz' altro auspicabili, e speriamo che altre occasioni di confronto, dibattito e aggregazione si  aggiungano in futuro.

 

Il passato insegna !  

Se quello mostrato dall'opuscolo " Quale futuro per Niguarda? " è il divenire del quartiere, come si può intervenire su di esso ?

I lavori che si protraggono nella parte nord del quartiere sono emblematici, così come lo è una vicenda occorsa più di un anno fa'.

A seguito dei disagi provocati dai lavori e in previsione di altri disagi ben più rilevanti, era stata indetta (da privati cittadini) un'assemblea per dibattere i possibili rimedi. Si era sotto elezioni e la qual cosa non è passata inosservata ai maggiori partiti di zona che presenziarono all'incontro tenutosi in una pizzeria di Niguarda.

Purtroppo l'incontro è passato inosservato proprio ai cittadini della zona, nonostante un avviso recapitato nella casella delle lettere delle abitazioni adiacenti la parte nord di via Ornato, i presenti saranno stati non più di 20 o 30.

Quella sera è stato illustrato da parte di un architetto il progetto dei lavori, l'architetto era stato chiamato dall'organizzatore dell'incontro in quanto aveva già analizzato il progetto per il giornalino di zona Z9. Del progetto i più erano all'oscuro e se pur si era sentito qualcosa di generico a riguardo, la portata e l'esatto svolgersi dei lavori erano sconosciuti. Inoltre il progetto era già "Esecutivo" il che lasciava poco spazio di manovra. 

Si è saputo in quell'occasione che i commercianti e gli artigiani della zona si erano già mossi in quanto la ristrutturazione viabilistica  provocava grossi disagi a chi aveva un negozio, però visto il non grande peso politico non erano riusciti a portare a casa se non piccole modifiche al progetto iniziale.

Da questi fatti, al di là del vergognoso svolgersi (o meglio non-svolgersi) dei lavori possiamo estrapolare alcuni considerazioni:

- Un Progetto Esecutivo riguardante la struttura viabilistica di zona era già stato approvato e la quasi totalità dei cittadini di zona ne era all'oscuro.

- Una parte dei cittadini (associazione artigiani e commercianti) si era mossa per ottenere delle modifiche ma con pochi risultati.

- Molti cittadini nonostante un volantino d'avviso non avevano partecipato all'incontro anche se il progetto di modifica viabilistica li coinvolgeva da vicino.

- I partiti di zona erano comunque presenti (saranno state le elezione ?) mostrando forse più interesse dei cittadini stessi.

In tutto ciò c'è un "qualcosa" d'incompiuto, manca cioè un "qualcosa" che unisca i fili che coinvolgono tutti gli attori e tutte le scene della vicenda. Questo "qualcosa" potrebbe scaturire degli incontri di Venerdì 15 e Domenica 17 Novembre che vedranno come partecipanti molte associazioni di zona e alcuni esponenti dell'amministrazione civica.

Potremmo dire, osando un po', che servirebbe "un comitato di quartiere" che coinvolga per primo le realtà associative già presenti e operanti a Niguarda, in quanto con un nucleo stabile si potrebbero aggregare anche i  cittadini che a volte risentono del letargo caduto da anni su Niguarda.

Questa associazione di quartiere o comitato civico potrebbe portare avanti iniziative di cui la zona ha bisogno:

- analizzare particolari "sofferenze" presenti a Niguarda e studiare soluzioni da proporre poi in sede di Consiglio di Zona o Consiglio Comunale.

- essere al corrente per tempo dei progetti viabilistici ed edilizi che coinvolgeranno Niguarda, per essere in grado di analizzare le problematiche che scaturiranno da queste iniziative e proporre o esigere modifiche ai progetti iniziali.

- creare momenti di aggregazione per gli abitanti della zona con iniziative sportive  e culturali.

- riprendere il filo lasciato dal Pizzamiglio nel suo bel libro "Affettuosamente da Niguarda" per completarlo (il libro si ferma ad inizio anni '80) e integrarlo recuperando a memoria del quartiere. Molti avvenimenti di qualche decennio fa' sono ancora impressi nella mente di li ha vissuti ma non verranno mai tramandati ai nuovi niguardesi. Quest'attività richiederebbe principalmente l'entusiasmo e il tempo libero di qualche appassionato (per primi pensionati e studenti) e comporterebbe invece solo una minima spesa economica.

Per aver successo l'associazione/comitato dovrebbe però coinvolgere il maggior numero possibili di realtà sociali presenti a Niguarda e dovrebbe essere pre-partitica. Questo per evitare lacerazioni interne e perdita di consenso nei cittadini ed inoltre servirebbe a mantenere più potere contrattuale in ambito amministrativo.

Ciò non vuol dire rifiutare la politica, scegliere come affrontare i problemi che sorgono di volta in volta è già una scelta politica, l'importante è non agire sempre per partito preso visto che i bisogni quotidiani degli abitanti della zona sono, nella maggior parte dei casi, bipartisan. 

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